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Associazioni professionali: arriva la legge!

Leggi e regole 14 Dicembre 2012

La fine del 2012 potrebbe essere ricordata a lungo dai lavoratori che esercitano professioni non regolamentate e non organizzate in Ordini. E che sono privi di adeguate tutele in termini di welfare e previdenza. Stiamo parlando di circa 3 milioni di persone che si occupano di design, pubblicità, grafica, traduzioni, consulenza aziendale e informatica, formazione, ma anche di periti assicurativi, consulenti di investimento, counselor, tributaristi, biotecnologi, pedagogisti, mediatori familiari, optometristi, enologi ed enotecnici, guide turistiche e ambientali, psicoterapeuti, fisioterapisti, operatori di shiatsu, kinesiologia, pranoterapia, naturopatia ecc. L’elenco potrebbe continuare per tutta questa pagina e non ci sarebbe spazio a sufficienza. Un “popolo” di professionisti non di serie B come pretenderebbero quelli che si sentono in serie A (cioè avvocati, architetti, notai, consulenti del lavoro, commercialisti ecc.) solo perché hanno un “Ordine” che li rappresenta e protegge e gli altri no.

Cos’è successo nelle ultime settimane? Il 6 novembre la X Commissione del Senato ha approvato il testo della legge che regolamenta le associazioni professionali, cioè gli organismi alternativi agli Ordini che dovranno rappresentare tutte queste “altre” professioni. E adesso, con le incertezze dovute al repentino mutamento dello scenario politico seguito al preannuncio di dimissioni del Governo Monti, la Commissione X (Attività produttive) della Camera sta definendo la calendarizzazione dell’approvazione definitiva della legge in sede appunto di Commissione. Le ultime notizie la prevedono per mercoledi 19 o giovedi 20 dicembre.

Lo “sponsor” politico e istituzionale di questa iniziativa, anzi di questa vera e propria battaglia avviata diversi anni fa, è il Colap che la persegue da molto tempo, convinto che, nell’era della conoscenza e dei saperi, questa sia la via maestra per garantire i cittadini e valorizzare le competenze dei professionisti associativi (ossia quelli che sono rappresentati dalle associazioni).

Ecco il giudizio del presidente Giuseppe Lupoi, alla guida del Colap fin dalla sua costituzione nel 1999; il suo mandato scadrà in concomitanza con la fine della attuale legislatura, in questi ultimi mesi continuerà a seguire l’iter parlamentare del provvedimento fino alla sua auspicabile approvazione definitiva.

 

Presidente allora siete prossimi alla conclusione della vostra “lunga marcia”?

Oggi questo traguardo sembra essere molto vicino: lo scorso 17 aprile per la prima volta nella storia delle professioni italiane un ramo del Parlamento ha approvato un testo di legge che regolamenta le associazioni professionali. Questo testo è poi passato al Senato alcuni giorni dopo per cominciare l’esame in Commissione (la X). Dopo 6 mesi di blocco ingiustificato (o forse giustificato dai soliti interessi precostituiti che da sempre ci osteggiano e che hanno come unica preoccupazione quella di tutelare il proprio potere e non di fare il meglio per tutti) la X commissione del Senato, lo scorso 6 novembre, ha licenziato un testo che seppur con l’inserimento di alcuni emendamenti accoglie a pieno il testo già approvato alla Camera. Alcuni giorni fa il Senato ha approvato il testo licenziato dalla Commissione Industria con 191 sì, 9 no e 45 astenuti introducendo alcuni emendamenti comunque non influenti sul contenuto del provvedimento.

Ora il testo attende l’ultimo passaggio alla Camera per procedere, salvo imprevisti legati alla complicata situazione politica e istituzionale degli ultimi giorni, all’approvazione definitiva inCommissione del testo di legge.

 

Dunque, la politica sembra aver finalmente “aperto” nei vostri confronti?

Questo significa che, se i parlamentari presenti all’evento Plus Italia da noi organizzato a Roma il 19 ottobre scorso sapranno mantenere gli impegni presi davanti alla platea dei partecipanti (e in parte già lo hanno dimostrato con il voto al Senato), se davvero quella comunanza di intenti e quella volontà bipartisan tanto sbandierata si trasformeranno in un agire concreto, finalmente avremo la nostra legge prima della fine della legislatura.

E allora avremo vinto la nostra guerra, tutelato il consumatore e dato dignità ai 3 milioni e 227 mila professionisti che oggi esercitano la loro attività professionale privi di tutela, pur rappresentando questi professionisti il 14% del bacino occupazionale del nostro territorio e producendo il 4% del Pil nazionale.

 

Quale messaggio dà al Paese questa vicenda?

L’approvazione definitiva – quando avverrà – costituisce a nostro parere un segnale forte che la politica italiana può dare all’Italia tutta, dando avvio a una riforma capace di rilanciare il Paese verso una nuova fase economica e sociale.

 

E la storica opposizione da parte degli Ordini?

Sappiamo bene che questa legge è oggetto di contesa e forti critiche da parte di quei soggetti professionali come gli Ordini che fino a oggi hanno visto garantite le proprie rendite di posizione grazie a un sistema delle professioni che risale agli inizi del Novecento. Il tentativo di affossare il provvedimento sulle associazioni anche in occasione del voto al Senato è soltanto la punta di questo iceberg. Un manipolo di senatori, con a capo Maurizio Sacconi e Maurizio Castro, entrambi del Pdl, hanno in tutti i modi cercato di affossare la legge con emendamenti richiesti, lo hanno detto esplicitamente nel corso del dibattito in aula, dagli ordini professionali. Sono stati sonoramente battuti! I loro sforzi sono risultati vani e noi continuiamo ad andare avanti per la nostra strada.

 

Come giudica il lavoro del Governo Monti?

L’esecutivo in questo anno si è dimostrato particolarmente sensibile ai nostri temi. Infatti, la recente approvazione da parte del Governo Monti della riforma degli ordinamenti professionali si pone proprio sulla stessa direzione della nostra legge, introducendo quegli elementi di innovazione e competitività che sono da sempre i cavalli di battaglia del Colap (formazione permanente, specializzazione, assicurazione obbligatoria ecc.).

Ora con la legge sulle associazioni si potrebbe finalmente porre fine all’inutile antagonismo tra professioni ordinistiche e associative e dare vita a un sistema “duale” (che faccia cioè convivere ordini e associazioni) e collaborativo.

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