Europa contro partite Iva, doppia condanna in caso di violazioni

Era ora che anche l’Europa cominciasse ad interessarsi alle partite Iva. Certo, nell’occasione di cui andremo a parlare non lo fa certo in maniera benevola, anzi tutt’altro. Ma forse in questa fase a noi può bastare che finalmente anche a livello comunitario ci si renda conto che esiste una fetta sempre più ampia di lavoratori che opera in maniera del tutto autonoma. Chissà che alla lunga non arrivino anche buone notizie. Per il momento quella che riportiamo è di tutt’altro tenore come detto e riguarda la sentenza C-617/10 del 26 febbraio scorso adottata dalla Corte di Giustizia europea.
Un errore, doppia punizione
Il massimo organo di giustizia comunitario era stato chiamato a decidere circa il ricorso di un lavoratore autonomo svedese, impegnato nel settore della pesca che aveva contestato di aver subìto una sanzione amministrativa per una violazione in materia di Iva e, successivamente, per la stessa infrazione, anche una sanzione di tipo penale. Il nostro collega scandinavo nel 2007 era stato condannato a una pena pecuniaria per inadempienze sui versamenti dell’Iva dal 2004 al 2005. Non paga però, la giustizia svedese ha ritenuto che nelle violazioni commesse dal soggetto in questione ci fossero anche gli estremi per un reato penale. Così nel 2009 aveva chiesto la sua condanna fino a un massimo di sei anni. Eppure le infrazioni prese in esame per le due diverse condanne erano sempre le stesse.
Non si può essere condannati due volte per lo stesso reato
Il nostro collega svedese contestava dunque il fatto che, come forse è noto a molti e come abbiamo sentito ripetere mille volte nei telefilm a sfondo giudiziario, non è possibile essere accusati e condannati due volte per uno stesso reato. Un principio tra l’altro sancito espressamente anche dalla Carta europea dei diritti fondamentali che all’art. 50 afferma: “nessuno può essere perseguito o condannato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato nell’Unione a seguito di una sentenza penale definitiva conformemente alla legge”. Il giudice svedese chiamato a decidere sulla seconda richiesta di condanna, quella penale, ha ritenuto opportuno interpellare sulla questione la Corte di Giustizia europea, affinché si affermasse un principio che potesse valere per tutti gli Stati dell’Unione.
Partite Iva sconfitte, via libera alla doppia condanna
La Corte di Giustizia, esaminata la questione, non ha avuto dubbi nel sostenere che ciascun Stato dell’Unione, nel tentativo di garantire il corretto gettito dell’Iva, può utilizzare tanto sanzioni amministrative che penali, o anche una combinazione tra le due. Quindi, se anche il reato preso in esame è lo stesso, il giudice di un Paese dell’Unione può condannare anche alla galera una partita Iva a cui in precedenza sia stata comminata per la stessa violazione una multa di carattere amministrativo. Non sarà invece possibile il contrario, ossia nel caso ci sia una sentenza di carattere penale passata in giudicato, allora non sarà possibile infliggere nuove sanzioni pecuniarie. Probabilmente, dopo aver letto questa notizia, molte partite Iva italiane spereranno che l’Europa decida di occuparsi sempre meno di loro. Eppure, l’armonizzazione delle leggi dei vari Paesi dell’Unione su tutta una serie di questioni, seppure in questo caso di segno negativo, potrà risultare invece positiva, avvicinando l’Italia agli standard di Paesi europei dove funzionano meglio tanto la concorrenza che il mercato. Staremo a vedere.