Mussari ex Monte dei Paschi: finalmente a casa

Chi mi segue ricorderà forse il mio pezzo sullo scandalo Monte dei Paschi, su quanto costa a tutti noi e sulla follia per cui il protagonista di quel disastro invece di essere cacciato, e magari processato per direttissima, era stato promosso a presidente della ABI, la associazione che riunisce tutte le banche italiane.
Bene, ieri si è venuto a sapere di un episodio che ha dell’incredibile: il 10 ottobre dello scorso anno i nuovi dirigenti della banca hanno trovato, nascosto in una cassaforte, un contratto che fu firmato sotto la gestione di Mussari e che costringerà il Monte dei Paschi di Siena a riconoscere una ulteriore perdita per il 2012 che va da 400 a 750 milioni di euro.
La faccenda è troppo complessa per essere spiegata nei dettagli. Qui importa sapere che il contratto segreto che ha permesso di nascondere la perdita era stato stipulato con la banca giapponese Nomura. I dirigenti di questa banca evidentemente non si fidavano di Mussari tanto che ne registravano le telefonate. È proprio la registrazione di una di quelle telefonate, avvenuta nel luglio del 2009, che ha sollevato il velo sull’imbroglio di Mussari e dei suoi dirigenti.
L’imbroglio sembra ci costerà almeno altri 500 milioni di euro che noi dovremo prestare in più al Monte dei Paschi di Siena per salvare la banca dal fallimento.
Mussari non ha potuto fare altro che rassegnare subito le sue dimissioni dall’ABI, naturalmente dichiarando che lui ha sempre agito nell’ambito della legge e per il bene della banca.
Saranno i magistrati a deciderlo.
A noi resta solo la speranza che lo faranno velocemente e con il rigore che la vicenda merita.
Nel frattempo l’ultimo scandalo infligge un ulteriore colpo mortale alla reputazione del Monte dei Paschi di Siena. Come se non fosse già bastato il declassamento a “spazzatura” ricevuto dalla agenzia di rating Standard & Poor’s che ha tagliato il merito di credito della banca portandolo a un livello che in gergo tecnico è chiamato appunto junk, spazzatura.
Secondo Standard & Poor’s, la posizione finanziaria di Mps rende improbabile un recupero di redditività e un miglioramento sia patrimoniale sia nel finanziamento. L’agenzia sottolinea che la difficile situazione economica e l’ambiente operativo atteso nel mercato italiano renderanno poi più difficile per l’istituto l’attuazione del piano industriale che dovrebbe rimettere in sesto la banca e renderla in grado di restituire il debito con lo Stato, cioè con noi. Tutto questo prima di scoprire l’ultimo imbroglio.
Ora c’è da temere che l’agenzia di rating ci venga a dire che non c’è più alcuna speranza di rivedere i soldi indietro.
A nessuno di noi, con un rating di quel tipo, verrebbe dato un solo euro in prestito.
Al Monte dei Paschi, prima il governo Berlusconi e poi il Governo Monti, hanno prestato quasi quattro miliardi dei nostri soldi.
Non a caso li chiamano “poteri forti”.
Una cosa mi sembra evidente: chi li protegge non merita di governarci.