Un milione di licenziati nel 2012, ma si sono scordati le partite Iva

L’8 aprile, più o meno tutti i giornali hanno dato la notizia che nel 2012, dati del ministero del Lavoro, in Italia ci sono stati più di 1 milione di licenziamenti, quasi il 14% in più rispetto al 2011. Il dato più alto d’Europa, “sintomo della profondità della crisi e del disagio sociale” e della gravità della situazione che coinvolge soprattutto i giovani. Certo, una situazione gravissima che i giornali fanno bene a denunciare. Peccato che il ritratto, come al solito, non tenga conto di un altro dato altrettanto grave, cioè che a fianco dei dipendenti licenziati (nel 2012 oltre il 6% del totale) ci siano anche le partite Iva che hanno smesso di lavorare, i lavoratori autonomi che hanno cessato l’attività: 330 mila in cinque anni (2007/2011) secondo l’Isfol, oltre il 5,5% del totale.
In più, stando alle prime proiezioni del terribile 2012 il numero potrebbe essere aumentato nel frattempo di circa 200 mila unità. Un altro 3,5% di posti persi. Sempre secondo l’Isfol, l’aspetto più allarmante è la minore propensione a mettersi in proprio, calata fra il 2009 e il 2012 di quasi il 27% rispetto ai livelli del 2008.
Lo studio Isfol rivela inoltre che nel periodo 2007/2011 fra gli autonomi hanno retto meglio quelli con dipendenti e collaboratori (-1,7%) mentre i lavoratori in proprio senza dipendenti hanno patito di più la crisi (-6,5%). I collaboratori sono scesi complessivamente del 15,2% nel periodo. In controtendenza il mondo delle professioni (sia regolamentate che non) che ha visto invece un leggero aumento degli occupati (80 mila unità nel periodo, +6,9%). Qui i professionisti singoli sono quelli che hanno dimostrato una tenuta migliore (+8,3% fra 2007 e 2011), mentre gli studi con dipendenti hanno registrato un andamento occupazionale più o meno invariato anche se leggermente positivo (+0,5%).
È ora di smetterla di guardare ai due dati come fenomeni separati e cominciare a considerare il mercato del lavoro come un corpo unico. Anche noi lavoratori autonomi abbiamo bisogno di ammortizzatori sociali e di un welfare che ci aiuti a superare la crisi che, come è ormai molto chiaro, non finirà nel 2013 e forse neppure nel 2014.