Roma, 28 dicembre 2025 – La notitia decoctionis, ovvero la segnalazione ufficiale dello stato di insolvenza di una persona o di un’azienda, potrà ora essere trasmessa anche fuori da un procedimento penale. Una novità che in questi giorni ha scatenato un acceso confronto tra magistrati, avvocati e operatori economici. La disposizione arriva da una circolare del Ministero della Giustizia, pubblicata il 23 dicembre, e coinvolge sia le procure della Repubblica che gli uffici giudiziari civili. Cambia così l’iter per comunicare situazioni di crisi aziendale o personale.
Il Ministero guidato da Carlo Nordio spiega chiaramente che l’obbligo di inviare la notitia decoctionis, finora limitato ai casi penali legati a reati fallimentari o finanziari, si estende anche alle segnalazioni nate al di fuori di un fascicolo penale. In pratica, già durante le indagini o semplici controlli amministrativi, si potranno inviare comunicazioni ufficiali agli organi competenti. Un passo in avanti importante. “Si tratta di un segnale forte: ora si punta più sulla prevenzione delle crisi che sulla sola repressione”, commenta una fonte del Tribunale di Milano contattata da alanews.it.
La circolare sottolinea che queste segnalazioni dovranno basarsi su elementi chiari e documentati, raccolti da autorità giudiziarie o altri enti pubblici nell’ambito delle loro attività. Rimane ferma la tutela della privacy: saranno trasmesse solo informazioni precise e non semplici sospetti.
Per le imprese questa novità impone una maggiore attenzione nel rapporto con la giustizia. Anche senza un processo penale in corso, finire in una segnalazione di notitia decoctionis potrebbe influire su affidamenti bancari, rating creditizi e rapporti con i fornitori. “Il rischio è che una semplice segnalazione lasci un marchio difficile da togliere”, avverte Andrea Tulli, presidente dell’Unione Piccole Industrie Lazio. Dal Ministero però assicurano: “La trasparenza deve andare a braccetto con la responsabilità di chi segnala: ogni comunicazione sarà verificata con cura”.
Per i cittadini la regola è più rigida. La notizia potrà riguardare solo situazioni patrimoniali serie e ben documentate. Non rientrano dunque difficoltà temporanee o ritardi nei pagamenti. Al centro resta sempre il caso di insolvenza conclamata, che può avere pesanti conseguenze sull’economia locale.
Perché questo cambio? Nel documento allegato alla circolare si legge che l’obiettivo è “rafforzare gli strumenti a tutela dell’ordine economico e anticipare l’emergere delle crisi, per favorire interventi tempestivi”. Insomma, una mossa preventiva. La decisione arriva dopo mesi di confronti tra il Ministero della Giustizia e il Consiglio Superiore della Magistratura, preoccupati dalla crescita delle crisi d’impresa nella prima metà del 2025: dati Infocamere parlano di oltre 7.300 procedure concorsuali aperte tra gennaio e giugno nei tribunali italiani.
Le risposte dal mondo giuridico sono arrivate subito. Tra gli avvocati c’è chi vede nella direttiva uno strumento utile per evitare danni irreparabili a creditori e mercato. Ma c’è anche chi invita alla cautela: “Bisogna stare attenti a non aprire la porta ad abusi o segnalazioni strumentali”, mette in guardia il penalista Giorgio Benassi. Le associazioni dei consumatori puntano invece il dito sulla privacy: “Ogni notitia decoctionis va gestita con rigore”, ricorda Gianluca Di Ascenzo, portavoce di Codici.
Solo nelle prossime settimane vedremo come si tradurrà questa estensione della notitia decoctionis fuori dal perimetro penale. Il Ministero promette controlli costanti e non esclude aggiustamenti normativi se necessario. Nel frattempo banche e intermediari finanziari hanno già chiesto chiarimenti sulle modalità operative, preoccupati per possibili ripercussioni sul credito.
La decisione finale spetterà ai tribunali: saranno loro a valutare caso per caso il peso delle segnalazioni e come incidono sulla vita delle aziende e dei singoli cittadini. Intanto cresce l’attenzione – dentro le aule giudiziarie e fuori – su uno strumento destinato a pesare sempre più negli equilibri economici italiani.
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