Mussolini: il nostro Paese ha trascurato per anni le partite Iva

Continua il nostro viaggio nella commissione Lavoro del Senato. Oggi abbiamo raccolto l’opinione dell’esponente del Pdl Alessandra Mussolini.
Senatrice Mussolini, come membro della commissione lavoro del Senato, che idea si è fatta sulla situazione delle partite Iva negli ultimi anni?
La questione delle partite Iva é un problema che il nostro Paese ha trascurato per diversi anni. Non è facile individuare chi intraprende davvero un’attività di lavoro autonomo e chi, invece, è costretto dal datore di lavoro ad aprire la partita Iva. Ora più che mai, vere o fittizie che siano le partite iva, c’è bisogno di più attenzione. L’aspetto più problematico, secondo me, è la contribuzione troppo alta. Spesso, soprattutto i giovani, si trovano a pagare troppo. Partirei proprio da qui per dare respiro agli 8,8 milioni di lavoratori autonomi che abbiamo in Italia.
Pensa che i sindacati trascurino le istanze di questa categoria di lavoratori?
C’è stata un’attenzione quasi esclusiva per i lavoratori dipendenti non soltanto da parte dei sindacati, ma anche da parte dei governi, perché sono i soggetti più controllabili per quel che riguarda il gettito fiscale e quindi più sicuri come contribuenti. Ho seguito in commissione l’audizione del ministro Giovannini che si è concentrato sulla difficoltà per i giovani disoccupati di trovare un’occupazione siano essi dipendenti o partite Iva. Dobbiamo assolutamente facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro anche attraverso la riduzione del cuneo fiscale.
Quali sono i punti di maggiori preoccupazione: l’assenza di ammortizzatori sociali, le pensioni, le imposte?
Le imposte troppo alte e gli ammortizzatori sociali praticamente assenti. Ma sapete quanto prende una donna a partita Iva per la maternità? Le rare volte che rientra nei requisiti, meno di 600 euro al mese. Ditemi voi che cosa ci fa. E poi con tutti i contributi che è costretta a versare all’Inps praticamente non guadagna nulla. Non possiamo andare avanti in questo modo. Il più grande ammortizzatore era per i giovani la famiglia, che oggi si è così impoverita, impoverendo ulteriormente figli e nipoti.
A proposito di Fisco, da quest’anno è possibile per i lavoratori autonomi che fatturano meno di 2 milioni di euro versare l’Iva al pagamento delle fatture. È una boccata d’ossigeno?
Lo avevamo chiesto tutti a gran voce. È assurdo pagare l’Iva ancor prima di avere incassato. E poi con i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni si creava un circolo vizioso molto pericoloso. Persone si sono indebitate per versare questa imposta.
Oggi stiamo restituendo 40 miliardi, 20 quest’anno e 20 l’anno prossimo, per le piccole e medie imprese, ma anche per le imprese a carattere familiare.