Bologna, 23 maggio 2012 – L’Associazione Nazionale Commercialisti è intervenuta questa mattina con un appello urgente al Governo dopo il violento terremoto che ha colpito l’Emilia tra il 20 e il 22 maggio. In una nota diffusa alla stampa, l’associazione chiede un intervento immediato da parte dell’Esecutivo: serve una proroga per tutti gli adempimenti fiscali, previdenziali e processuali, oltre a una sospensione delle scadenze con le banche, per le comunità e le imprese delle zone colpite dal sisma.
Il terremoto, con epicentro tra Finale Emilia e San Felice sul Panaro poco dopo le 4 del mattino di domenica, ha causato danni diffusi. Nelle aree più colpite, a cavallo tra Modena e Ferrara, centinaia di aziende hanno dovuto chiudere i battenti. Molte famiglie hanno passato la notte nelle tendopoli allestite dalla Protezione Civile. Per l’Associazione Nazionale Commercialisti, non ha senso chiedere il rispetto delle normali scadenze fiscali in queste condizioni: “Non si può pretendere – spiegano – che persone e imprese rispettino obblighi burocratici mentre cercano di mettere in sicurezza case, magazzini e capannoni”.
A Modena e dintorni, raccontano i residenti, sportelli bancari chiusi e sistemi informatici fuori uso rendono ancora più difficile affrontare qualsiasi scadenza. “Ora la priorità è assicurare la sopravvivenza economica delle aziende”, ha detto il presidente Marco Cuchel. “Molte imprese sono già in ginocchio”.
La richiesta dei commercialisti è chiara: servono “proroghe generalizzate” per tutte le scadenze tributarie e previdenziali, sia per cittadini sia per imprese nei comuni colpiti dal sisma. Non si parla solo di tasse: l’appello riguarda anche pratiche amministrative e adempimenti processuali. Le difficoltà non sono solo economiche ma anche legali e organizzative.
Secondo i primi dati della Protezione Civile, nella provincia di Modena sono circa 5.000 le persone senza una casa. L’associazione sottolinea che “alcuni studi professionali sono inagibili, mentre molti clienti non possono neppure arrivare agli uffici”. Cuchel ha aggiunto: “Sarebbe assurdo avviare sanzioni o richieste di pagamento proprio adesso”.
Per le strade di Mirandola e Cento la priorità resta mettere in sicurezza gli edifici. Il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli, ha avvertito che “il tessuto produttivo rischia un fermo molto lungo”. Confartigianato Modena parla apertamente di rischio chiusura per molte piccole imprese locali.
Diversi commercialisti hanno riferito di aziende che, pur con danni limitati alle strutture, non riescono ad accedere ai documenti fiscali o ai sistemi informatici negli uffici evacuati. “Così ogni scadenza diventa impossibile da rispettare”, spiega la nota dell’associazione. Ecco perché serve un intervento legislativo senza ritardi.
Dopo l’appello dei commercialisti sono arrivate le prime risposte dal mondo politico. Il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani ha detto di essere “consapevole della situazione” e ha assicurato che il Governo “sta valutando con urgenza tutti i provvedimenti necessari”. Alcuni parlamentari emiliani hanno già chiesto la convocazione rapida di tavoli tecnici.
Nel frattempo, fonti della Protezione Civile regionale riferiscono che il numero delle aziende danneggiate continua a salire. Nei centri industriali della Bassa modenese decine di capannoni risultano inagibili o devono essere verificati.
L’appello dei commercialisti non si limita alle proroghe: le associazioni di categoria chiedono anche misure concrete per mettere subito liquidità nelle casse delle imprese. Diverse realtà delle PMI sollecitano moratorie sui mutui e accesso più facile al credito.
Intanto continua senza sosta il lavoro dei volontari nei centri d’accoglienza: tra Ferrara e Modena sono oltre 1200 i professionisti impegnati nei soccorsi, tra vigili del fuoco e tecnici comunali. Un tessuto produttivo messo duramente alla prova da una terra che ancora trema. Nei prossimi giorni si capirà meglio l’entità dei danni e se il Governo sarà pronto a rispondere con la rapidità richiesta dalle comunità locali.
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