Aperture Partita Iva, a gennaio meno 30%

Basta un piccolo cambiamento e la speranza viene meno, così come la voglia di mettersi in proprio e di provarci.
Il Governo annuncia le novità sui minimi e l’effetto è drastico: a gennaio 2015 le aperture di nuove partite Iva sono diminuite di quasi il 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È bastato alzare la tassazione dal 5% al 15% per allontanare tanti giovani da questo strumento.
Meno male che dal primo marzo c’è stata la marcia indietro e il vecchio regime dei minimi è stato salvato almeno per quest’anno.
I dati dell’Osservatorio
Secondo l’Osservatorio sulle partite Iva del Ministero dell’Economia durante lo scorso mese di gennaio sono state aperte 56.717 partite Iva.
Paragonando il dato con quello dell’anno prima la differenza negativa è del 29,7%. Quasi tre persone su 10 hanno deciso di rinunciare a mettersi in proprio. Leggendo il dato con quello degli ultimi due mesi del 2014 (quando vi era stata una corsa all’apertura) si capisce che l’effetto minimi è stata la causa del calo. In sostanza tanti hanno deciso di aprire l’attività prima della fine dell’anno scorso così da poter beneficiare di quei vantaggi che – prima della marcia indietro governativa col decreto Milleproroghe – erano destinati a scomparire da gennaio 2015.
Nel primo mese del nuovo anno sono state comunque 10.708 le richieste di apertura col nuovo regime al 15% e soglia dei ricavi variabile a seconda dell’attività. Questo fa pensare che in molti (il totale delle persone fisiche che ha aperto l’attività a gennaio è di circa 40mila persone, meno 36% rispetto a dodici mesi prima) hanno comunicato la richiesta di partita Iva a gennaio, pur avendo cominciato l’attività a dicembre per sfruttare i vantaggi dei vecchi minimi. Insomma la tendenza è chiara: il popolo delle partite Iva boccia il nuovo regime e preferisce il vecchio.
La ripartizione dei numeri
A livello territoriale, il 44% delle richieste di nuove partite Iva a gennaio è arrivato dal Nord, il 22% dal Centro ed il 34% dal Sud. Rispetto all’anno prima tutte le regioni registrano una diminuzione di aperture: più consistente a Bolzano (-44%) e in Valle d’Aosta (-43,8), meno accentuato in Campania e Sardegna (-19%).
Considerando il settore produttivo, il commercio registra il maggior numero di aperture di partite Iva con il 25% del totale, seguito dalle attività professionali con il 12%, e dall’edilizia e dall’agricoltura, al di sotto del 10%. Rispetto all’anno precedente il settore che perde meno è la ristorazione (-5,4%), mentre drastico è il calo nelle attività professionali e nella sanità (-55%): qui il cambio di regime ha inciso particolarmente.
In base all’età, il 40% di nuove attività è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 39% da persone nella fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto a gennaio 2014 le aperture Under 35 sono calate del 47,4%, quasi una su due. È qui che la scellerata scelta governativa, poi corretta per quest’anno, ha inciso di più.
Infine un dato curioso: lo scorso anno il 17,3% di chi ha avviato una nuova attività è nato all’estero, la maggioranza in Asia. In particolare, i nati in Asia sono attivi principalmente nel commercio, mentre i nati in Europa si concentrano nelle costruzioni.