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Del Conte: alleggeriremo la gestione separata Inps

Regime dei minimi 1 Ottobre 2015

In occasione della festa del Partito Democratico a Bologna, Maurizio Del Conte, consulente di Matteo Renzi, ha illustrato alcune strade che l’Esecutivo starebbe vagliando sul fronte delle partite Iva.

Gestione separata Inps

In tema più spinoso è quello della gestione separata Inps. Quest’anno col Milleproroghe il Governo è intervenuto per bloccare l’aumento della percentuale dei contributi fino a dicembre. Secondo Del Conte l’Esecutivo vorrebbe bloccare l’aliquota per un altro anno, per poi tentare di abbassarla addirittura al 25% nel corso del 2016, così da quasi allinearla a quella versata da artigiani e commercianti (pari al 24%).

Dalle parole si dovrà però presto passare ai fatti perché in mancanza di un intervento del Governo, nei prossimi anni i contributi versati all’Inps sono destinati ad aumentare di un punto percentuale all’anno, per raggiungere una teorica quota del 33,7% nel 2018.

La tassazione

Sul tappeto c’è poi anche il regime dei minimi. Allo studio ci sarebbe la possibilità di applicare per tutte le nuove partite Iva un regime di tassazione al 5% fino a un reddito di 25 mila euro annuo per un periodo di 3 o 5 anni.

Allo studio ci sarebbe la possibilità di applicare per tutte le nuove partite Iva un regime di tassazione al 5% fino a un reddito di 25 mila euro annuo.

Successivamente, al termine del periodo di 3 o 5 anni, si potrebbero prospettare due vie: una tassazione al 15% per altri 3 o 5 anni prima di passare alla tassazione ordinaria a scaglioni; oppure lasciare la tassazione al 15% per tutte le partite Iva con meno di 25 mila euro di compensi annui.

Iva per cassa

Nulla si intravvede all’orizzonte invece sulla questione dell’Iva per cassa, che dovrebbe quindi restare invariata. Di carne a cuocere pare essercene in abbondanza: la soluzione migliore potrebbe essere quella di un completo riordino del settore del lavoro autonomo con un provvedimento ad hoc.

Le repliche

Non si sono fatte attendere le repliche delle associazioni di categoria. “Apprezziamo questi interventi, se non altro per la loro tempestività. Il fatto è che però servirebbe un intervento definitivo e non temporaneo”, ha spiegato Anna Soru, in rappresentanza di Acta, l’associazione dei lavoratori del terziario avanzato:

“Sul blocco del contributo Inps non abbiamo capito se sia definitivo o no, cioè se sia solo una misura tampone. Noi auspicheremmo un blocco valido una volta per tutte. I problemi fiscali non si risolvono con misure forfettarie, ma con interventi più ampi”.

La Soru ha avanzato poi anche altre proposte, quali “lo stop ai pagamenti Irpef e al contributo Inps in caso di malattia grave, i cui pagamenti si potrebbero recuperare successivamente, mediante dei versamenti a rate”.

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