I “minimi”: 5% di imposte sotto i 30mila euro
Se abbiamo appena aperto la partita Iva e pensiamo di fatturare meno di 30mila euro all’anno, c’è una soluzione per risparmiare una valanga di denaro: è il regime contabile dei minimi. Scegliendo questo regime non saremo obbligati a versare l’Irpef, le addizionali comunali e regionali, l’Irap e neanche l’Iva. Tutti questi pagamenti sono infatti rimpiazzati da un’unica imposta sostitutiva del 5%. Si tratta quindi di un sistema molto vantaggioso che ci semplifica la vita con il Fisco e consente di pagare poche imposte. Tutto questo è possibile a patto però di rispettare alcuni paletti. Vediamo di cosa si tratta.
LE CONDIZIONI PER DIVENTARE UN “MINIMO”
Dal 1° gennaio 2012 possiamo accedere al regime dei minimi se siamo persone fisiche che iniziano una nuova attività e rispettiamo alcune condizioni:
- i nostri ricavi non devono superare 30.000 euro all’anno
- non dobbiamo aver svolto negli ultimi tre anni nessuna attività di lavoro autonomo
- la nostra attività non deve essere la continuazione di altre attività che abbiamo già svolto in precedenza come dipendenti o autonomi (escluso il tirocinio professionale obbligatorio)
- non abbiamo dipendenti o collaboratori
- non abbiamo acquistato negli ultimi tre anni beni strumentali per un importo superiore a 15.000 euro, né abbiamo effettuato esportazioni.
QUANTO DURANO LE AGEVOLAZIONI
Possiamo sfruttare il regime dei minimi per i primi cinque anni di attività. Se abbiamo però meno di 30 anni, questo limite si allunga fino al compimento dei 35 anni.
Naturalmente per poter applicare questo regime dobbiamo rispettare ogni anno tutte le condizioni poste dal Fisco. Se viene meno soltanto una di esse non possiamo più sfruttare il regime. Pertanto se fatturiamo più di 30.000 euro all’anno, se assumiamo un dipendente o ci facciamo aiutare da un collaboratore, non possiamo più avere i vantaggi dei minimi.
Sul limite massimo di fatturato dobbiamo essere molto attenti. Se, per esempio, fatturiamo più di 30.000 euro, ma non superiamo i 45.000 euro, usciamo dal regime dei minimi l’anno successivo a quello in cui abbiamo superato il limite.
Se invece superiamo di oltre il 50% il limite dei compensi (fatturiamo cioè più di 45.000 euro nell’anno) usciamo dal regime immediatamente. Ciò significa che perdiamo da subito la possibilità di godere dei vantaggi del regime. Ma quali sono questi vantaggi?
I VANTAGGI CONTABILI E FISCALI
Dal punto di vista contabile, se scegliamo il regime dei minimi non dobbiamo tenere la contabilità, quindi non dobbiamo registrare i documenti (fatture, ricevute, scontrini, lettere, ecc.) emessi e ricevuti.
Gli unici obblighi che dobbiamo rispettare sono la numerazione e la conservazione nel nostro archivio delle fatture d’acquisto, la registrazione dei corrispettivi, e la conservazione dei documenti (fatture, ricevute, scontrini, lettere, ecc) emessi e ricevuti.
Dal punto di vista fiscale, innanzitutto non dobbiamo applicare l’Iva. Pertanto dobbiamo emettere le fatture senza l’addebito dell’Iva al nostro cliente. Di conseguenza però non possiamo neanche detrarre l’Iva pagata sugli acquisti.
L’imposta che paghiamo ai fornitori rappresenta pertanto un costo, che possiamo sottrarre dai ricavi per ottenere il reddito imponibile.
Quando compiliamo una fattura dobbiamo scrivere che le nostre operazioni sono fuori dal campo Iva. Se fatturiamo a una società o a un professionista dobbiamo inoltre specificare che non effettuiamo la ritenuta d’acconto. Se l’importo della nostra prestazione è superiore a 77,47 euro dobbiamo applicare sulla fattura una marca da bollo da 1,81 euro.
Esempio Scegliamo di seguire il regime dei minimi. In data 10 maggio emettiamo una fattura per una consulenza alla società Gialli Srl, per un importo di 1.000 euro. La parte descrittiva della fattura sarà così composta: Compenso per prestazione servizio: 1.000 € Rivalsa contributi previdenziali (4% sui compensi): 40 € Totale Fattura: 1.040 € Operazioni fuori campo Iva effettuata ai sensi del D.Lgs. 6/7/2011, n. 98. Compensi non assoggettati a ritenuta ai sensi del D.Lgs. 6/7/2011, n. 98. Essendo l'importo della fattura superiore a 77,47 euro dovremo apporre anche una marca da bollo da 1,81 euro.
A fine anno al posto dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali verseremo soltanto un’imposta sostitutiva del 5% calcolata sul nostro reddito (ottenuto dalla differenza tra ricavi incassati e costi pagati).
Esempio Abbiamo scelto di applicare il regime dei minimi per l'anno 2012. I nostri ricavi sono 25.000 euro, i costi deducibili sono 15.000 euro. Il nostro reddito imponibile è quindi di 10.000 euro (25.000-15.000). Applicando l'imposta sostitutiva del 5% calcoliamo quanto dobbiamo versare al Fisco: 10.000 x 5% = 500 euro (importo da versare al Fisco).
Come ulteriore vantaggio dobbiamo considerare che dal nostro reddito imponibile possiamo sottrarre anche i contributi previdenziali che abbiamo versato all’Inps o alla nostra cassa previdenziale
Infine come contribuenti minimi non dobbiamo versare l’Irap e non dobbiamo neanche applicare gli studi di settore.