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Rendicontazione di sostenibilità: le sfide normativo-regolamentari per le small e mid-caps a 5 mesi dall’Omnibus Package

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Franco Sidoli

Milano, 26 dicembre 2025 – A poco più di cinque mesi dall’arrivo del primo Omnibus package on sustainability, il quadro normativo europeo si sta facendo più chiaro, ma non mancano le zone d’ombra. Soprattutto per le small mid-caps, ovvero le piccole e medie imprese quotate. Sono loro le protagoniste in attesa di nuove regole sulla sostenibilità ambientale e sociale, che potrebbero cambiare il volto dei mercati nei prossimi anni.

Il pacchetto Omnibus: cosa cambia davvero per le imprese

A luglio 2025, la Commissione UE ha varato il primo Omnibus package on sustainability con un obiettivo preciso: mettere ordine e semplificare le varie norme ESG che ogni Paese aveva finora adottato. L’idea è di uniformare i criteri sulla rendicontazione non finanziaria e aumentare la trasparenza delle aziende su ambiente, aspetti sociali e governance.

Il pacchetto però non ha ancora preso piede in tutte le realtà imprenditoriali europee. Le grandi aziende hanno già iniziato a muoversi: bilanci integrati, standard tecnici più rigidi, nuovi obblighi di divulgazione. Ma per le small mid-caps il quadro è ancora incerto. Mancano indicazioni precise su quando e come dovranno adeguarsi.

PMI quotate: tra attese e dubbi

L’Associazione Italiana per la Sostenibilità (AIS) mette in guardia dal rischio di un’applicazione disomogenea degli standard tra società di diversa dimensione. In Italia, dicono dall’AIS, le PMI quotate sono quasi un terzo delle aziende sui listini regolamentati. Ma la maggior parte lamenta un “vuoto informativo” su come muoversi concretamente per rispettare i nuovi obblighi.

Da fonti vicine al Ministero dell’Economia arriva una conferma: “La Commissione UE sta lavorando a delle linee guida semplificate dedicate proprio alle piccole e medie società”. La questione è delicata: troppe richieste rischiano di schiacciare strutture amministrative già esigue; troppo poche regole invece svuoterebbero l’obiettivo di trasparenza.

Mercati in attesa: serve chiarezza per investitori e imprese

Sui mercati la tensione si fa sentire. Piazza Affari segue con attenzione l’evolversi della situazione. Tra via Filodrammatici e corso Magenta sono sempre più frequenti le domande degli investitori istituzionali. Andrea Dalmasso, analista senior di Equita SIM, ricorda che “la sostenibilità sta diventando un fattore cruciale per la competitività”. Ma avverte: “Serve chiarezza normativa per evitare dubbi nelle valutazioni e nelle strategie”.

Anche Marco Fornasari, presidente dell’Associazione Italiana degli Investitori (AII), invita alla prudenza: “Le regole devono essere operative entro il 2026 per garantire pari condizioni tra gli emittenti, ma temiamo possibili ritardi”. Intanto molte mid-cap italiane hanno già iniziato progetti pilota sulla rendicontazione ESG, spesso in modo volontario o seguendo modelli anglosassoni come quelli del Sustainability Accounting Standards Board.

Numeri alla mano: rischi e opportunità nel segmento small mid-cap

I dati di Borsa Italiana raccontano che su oltre 140 small mid-cap quotate, solo una ventina ha pubblicato un rapporto ESG negli ultimi dodici mesi. Gli esperti mettono in guardia da una possibile corsa dell’ultimo minuto: “Senza una roadmap chiara”, spiega Martina Celentano di Mediobanca Securities, “le aziende rischiano di inseguire gli obblighi senza una strategia vera sul medio termine”.

Eppure proprio qui si nasconde una fetta importante dell’innovazione italiana: aziende hi-tech, manifatturiero avanzato, biotecnologie. Sono realtà spesso più flessibili rispetto ai colossi nel cambiare processi e nel creare nuovi modelli sostenibili. Per questo motivo gli specialisti sottolineano quanto sia importante “non buttare via il potenziale innovativo delle PMI italiane solo per pastoie burocratiche”.

Prossimi passi: consultazione pubblica e attese dal settore

La Commissione UE ha annunciato una consultazione pubblica sulle linee guida da applicare alle PMI quotate, prevista tra febbraio e marzo 2026. Qui in Italia associazioni di categoria, studi legali e società di consulenza sono già al lavoro per raccogliere proposte e osservazioni. Giulia Rizzi di Consilia Lex sottolinea: “Bisogna ascoltare davvero cosa chiedono le imprese, senza imporre regole pensate solo per i grandi”.

Insomma, nei prossimi mesi si deciderà molto sul futuro della regolamentazione ESG per le small mid-caps. Sarà una partita delicata, da giocare tra la necessità di trasparenza e sostenibilità e quella di proteggere la competitività delle piccole e medie imprese italiane ed europee.

Franco Sidoli

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