Bot e Btp, quando l’investimento è sicuro ma avaro
Non più del 4% circa all’anno, al netto delle tasse. E’ l’interesse offerto oggi dai titoli di Stato italiani, cioè i Buoni del Tesoro come i Bot, i Btp, i Cct e i Ctz, dopo che la crisi dell’area euro ha fortunatamente preso una piega positiva, a partire dall’estate del 2012.
Interessi in picchiata
Fino alla metà dell’anno scorso, chi comprava i titoli del debito pubblico emessi dal governo italiano faceva davvero un ottimo affare e riusciva a ottenere dei rendimenti assai corposi, che oltrepassavano in molti casi anche il 6% netto all’anno. Su un capitale di 10mila euro, per esempio, gli interessi garantiti dai Buoni del Tesoro erano superiori a 600 euro ogni 12 mesi, che salivano a 6mila euro se la somma investita ammontava invece a 100mila euro. Ora la situazione è radicalmente cambiata. Chi acquista un titolo di Stato deve accontentarsi di guadagni piuttosto magri: si parte da un minimo dello 0,37% netto (per i Buoni del Tesoro di scadenza più breve che verranno rimborsati nel prossimo mese di giugno) per arrivare fino a un massimo del 4,3% circa (per i Btp di lunga durata, fino a 30 anni, che andranno in scadenza dopo il 2040). In soldoni, chi oggi investe nei titoli di Stato una somma di 10mila euro, riesce a ottenere un interesse netto tra i 37 e i 400 euro ogni 12 mesi, oltre 200 euro in meno rispetto a qualche mese fa.
Prezzi in salita
Questo calo dei rendimenti non rappresenta necessariamente una cattiva notizia. Anzi, per molti aspetti è un fatto positivo: lo scorso anno, i Buoni del Tesoro italiani erano infatti considerati dagli investitori assai rischiosi, visto che si temeva un crack imminente dell’intera Unione Monetaria Europea. Per questo, sui mercati la scorsa estate c’è stata una pioggia di vendite di titoli di Stato dei paesi del Vecchio Continente più indebitati, come appunto l’Italia. E così, i prezzi dei Buoni del Tesoro sono crollati, facendo crescere il rendimento ottenuto da chi aveva il coraggio di acquistarli durante le fasi di ribasso. Poi, il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, è intervenuto con un coraggioso piano di salvataggio dell’Eurozona che ha riportato un po’ fiducia sui mercati e ha fatto nuovamente schizzare verso l’alto i prezzi dei Btp e dei Bot, che oggi vengono considerati molto meno rischiosi rispetto ai mesi scorsi. Tuttavia, se l’intervento di Draghi è stato una manna dal cielo per restituire una speranza al nostro paese, per gli investitori si aprono adesso molti punti interrogativi e in particolare uno: conviene ancora puntare sui Bot e i Btp, che hanno dei prezzi in salita e garantiscono degli interessi ridotti al lumicino?