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La Mia Partita IVA • News • Risparmi • Cosa fare con i titoli di stato, nel caos del dopo-elezioni

Cosa fare con i titoli di stato, nel caos del dopo-elezioni

Risparmi 1 Marzo 2013

Lo spread in ripresa e le borse in picchiata. È lo scenario da incubo che si prospetta per molti investitori italiani dopo le ultime elezioni poliche, da cui arriva una sola certezza: per adesso, in Parlamento non c’è una maggioranza, né di centrosinistra, né di centrodestra, né sotto le insegne del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

 

Mercati col cardiopalma

Qualunque sia il giudizio sull’esito del voto, va riconosciuta comunque una cosa: la competizione elettorale del 24 e 25 febbraio è finita nel modo peggiore per i mercati finanziari. Agli investitori di borsa, infatti, interessava poco l’affermazione di questo o quel partito. Volevano vedere a Roma un governo stabile, preferibilmente europeista, in grado di mettere in cantiere riforme strutturali per  la nostra economia, che è letteralmente ferma al palo da più di un decennio. Ma un governo stabile a Roma non ci sarà, a meno che non giungano improbabili sorpese nelle prossime settimane.

 

Btp in picchiata

Per questo, le grandi case d’affari internazionali non vedono all’orizzonte un periodo particolarmente roseo per la borsa di Milano e per i titoli di stato italiani. Questo, almeno, è quello che pensano gli analisti della società di intermediazione finanziaria britannica Ig  che, pochi giorni prima delle elezioni, si sono sbilanciati in una previsione non molto confortante: se dalle urne non uscirà una maggioranza stabile (come sembra ormai certo), assisteremo a una nuova impennata  dello spread Btp/Bund, cioè il differenziale d’interesse tra i Buoni del Tesoro italiani (i Btp) e quelli tedeschi (i Bund) con scadenza decennale. Tradotto in soldoni, ciò significa che gli investitori internazionali  avranno molti timori sulla solidità finanziaria dell’Italia, venderanno i titoli del nostro debito pubblico perché li considerano troppo rischiosi e sposteranno una parte dei loro soldi sulle più rassicuranti obbligazioni di stato tedesche

 

Risultato: le quotazioni dei Buoni del Tesoro scenderanno, facendo crescere i rendimenti ottenuti  da chi ha il coraggio di acquistarli a prezzi stracciati. Per i Bund tedeschi, invece, avverrà il contrario: le quotazioni  saliranno e gli interessi incassati da chi li compra a prezzi molto alti si ridurranno ancora (benché, siano già molto bassi, vicini allo zero). Ecco spiegato, dunque, il rialzo dello spread Btp/Bund, di cui tanto si parla in questi giorni e che, secondo gli esperti di Ig, potrebbe arrivare anche a 500 punti base (cioè al 5%, contro il 3,4% di oggi) fino a che non sarà chiaro a chi verrà conferito l’incarico di formare un nuovo governo a Roma.

 

Occasioni al 5%

Secondo gli analisti dellla società britannica Barclays Capital, i rendimenti dei Btp con scadenza a 10 anni potrebbero dunque crescere dall’attuale 4,9% lordo (4,3% netto), fino sopra il 5-5,2% (4,6%  al netto delle tasse), entro le prossime settimane. A quel punto, però, a detta degli esperti di Barclays, le quotazioni potrebbero stabilizzarsi, perché molti grandi fondi di investimento internazionali hanno iniziato già da tempo a liberarsi dei nostri Buoni del Tesoro e si metteranno di nuovo alla finestra, per capire cosa può succedere. Quando il rendimento dei Btp a 10 anni supererà ampiamente il 5%, dunque, i piccoli investitori che hanno un po’ di coraggio e sono disposti a correre qualche rischio potrebbero trovare sul mercato qualche occasione di acquisto. Anche perché, come ricordano gli analisti di Ig, il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, non se ne starà certamente con le mani in mano.

 

In attesa di Super-Mario

Già nell’estate del 2012, Draghi ha detto che farà di tutto per salvare l’euro e ha messo in cantiere un piano di salvataggio dei paesi in difficoltà che ha ottenuto il via libera di tutte le banche centrali del Veccchio Continente, esclusa quella tedesca (la Bundesbank). In pratica, in caso di bisogno, la Bce acquisterà sul mercato un grosso quantitativo di titoli di stato delle nazioni più inguaiate come l’Italia, per farne risalire i prezzi. Se così fosse, chi ha il fegato di comprare i Btp decennali quando rendono più del 5% lordo, ha buone probabilità di portare a casa ricchi guadagni nei mesi successivi. Si tratta però di una strategia che va adottata con molta prudenza e che risulta adatta a chi, appunto, è disposto anche a correre dei rischi. A chi vuole dormire sonni tranquilli, invece, gli analisti delle case d’investimento suggeriscono di comprare piuttosto i Buoni del Tesoro  (Bot, Btp, Cct o Ctz) con scadenza breve, inferiore a 18-24 mesi: sono titoli che oggi  rendono poco, cioè tra lo 0,7 e il 2% netto, ma sono anche abbastanza stabili nei prezzi, nell’ipotesi di nuove turbolenze sui mercati.

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