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Oro, prezzi in discesa. È questo il momento di vendere?

Risparmi 27 Maggio 2013

Un brusco capitombolo, dopo una lunga salita durata diversi anni. È l’andamento registrato nella prima parte del 2013 dal prezzo dell’oro, che ha perso quasi il 20% nell’arco di un solo semestre. Dai 1.600 dollari all’oncia del  gennaio scorso, le quotazioni del metallo giallo sono scivolate oggi attorno alla soglia di 1.400 dollari, lasciando di stucco alcuni analisti che invece avevano previsto il contrario, cioè una possibile crescita fin sopra i 2mila dollari.

 

Le “cantonate” delle case d’affari

Se il trend delle ultime settimane verrà confermato nella seconda parte dell’anno, si può dire che alcune prestigiose banche d’investimento si erano davvero sbagliate di grosso, almeno fino a qualche mese fa. Le statunitensi Jp Morgan e Merrill Lynch/Bank of America, per esempio, avevano pronosticato di vedere le quotazioni del metallo giallo attorno ai 1.900 dollari, un livello che oggi sembra quasi un miraggio. E allora, dagli avvenimenti degli ultimi mesi, i risparmiatori devono trarre un prezioso insegnamento. Prima di prendere per oro colato le previsioni degli esperti, bisogna sempre ricordarsi che sui mercati finanziari esiste una regola vecchia quasi quanto il mondo: quando i prezzi di un titolo, di un obbligazione o di una materia prima corrono troppo,  rischiano inevitabilmente di subire un brusco scivolone. È proprio quello che è accaduto al prezzo dell’oro, che oggi pone gli investitori di fronte a un interrogativo: è venuto il momento di vendere il metallo giallo comprato negli anni scorsi? La risposta dipende in gran parte dal momento in cui è avvenuto l’acquisto. Chi ha fatto scorta di oro nel 2006 o nel 2007, quando valeva la metà di oggi, porta comunque a casa un guadagno di circa il 100%, nonostante i ribassi degli ultimi mesi. Dunque, in questo caso, l’idea di vendere il metallo giallo non è affatto da scartare, prima che arrivino ulteriori ribassi, come hanno prospettato gli analisti del gruppo bancario svizzero Credit Suisse, che oggi prevedono un’altra discesa dei prezzi da 1.400 a 1.000 dollari l’oncia, entro la fine dell’anno.

 

Occhio alle svendite dai Compro Oro

Chi vuole disfarsi di qualche gioiello di famiglia o di qualche moneta  aurea, però, deve  fare molta attenzione a scegliere bene gli  acquirenti. Oggi, in tutta Italia, pullulano  i Compro Oro, cioè i piccoli negozietti che ritirano il metallo prezioso, in cambio di una somma di denaro in contanti. Si tratta di intermediari autorizzati da una legge del 2000, che tuttavia  non pagano sempre la merce al giusto prezzo.

 

L’associazione dei consumatori Adoc, infatti, consiglia di evitare fregature, seguendo alcune importanti avvertenze.

  1. Innanzitutto, è bene pesare sempre gli oggetti preziosi a casa, su una bilancia digitale, per assicurarsi che il peso corrisponda poi a quello risultante durante la vendita nel negozio.
  2. Occorre sempre verificare le quotazioni ufficiali sul mercato dell’oro, facilmente reperibili su internet o sulle pagine dei quotidiani finanziari. Oggi, per esempio, il prezzo del metallo giallo è attorno ai 34 euro al grammo, mentre in molti negozi la merce viene ritirata a un valore ben più basso, tra i 20 e 25 euro.
  3. Prima di farsi attirare dai messaggi pubblicitari dei Compro Oro nati negli ultimi anni, è bene ricercare anche qualche intermediario specializzato, che opera da tempo sul mercato e che, non di rado, propone dei prezzi di acquisto più convenienti.

A questo proposito, una bussola per orientarsi è disponibile nel sito della Banca d’Italia, dove è riportato l‘elenco di tutti gli operatori professionali autorizzati alla compravendita dei metalli preziosi, in ogni città a provincia della Penisola. Infine, c’è un ultimo aspetto importante da tenere in considerazione: quasi tutti gli oggetti preziosi appartenenti alle famiglie italiane sono a 18 carati (e non a 24). Ciò significa che soltanto il 75% del loro peso totale è rappresentato da oro puro, mentre il restante 25% è composto di altre leghe metalliche. Dunque, chi rivende un oggetto aureo a 18 carati, deve aspettarsi un corrispettivo in denaro corrispondente alla quota di oro puro presente nella merce, cioè il 75% del peso totale.

 

Elenco operatori professionali oro sul sito della Banca d’Italia.

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