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Se il Bot rende poco facciamo un giro in Posta

Risparmi 28 Aprile 2013

Restano ancora i titoli di Stato più sicuri in assoluto, ma rendono poco o niente: non più dello 0,9% lordo all’anno, lo 0,78% al netto delle tasse. Sono queste le caratteristiche dei vecchi e cari Bot, cioè i Buoni ordinari del Tesoro di brevissima scadenza, che oggi non riescono a proteggere la ricchezza degli investitori dal tasso d’inflazione (l’1,6% su base annua, secondo le rilevazioni del mese di marzo). Eppure, chi intende ancora investire nei titoli di Stato senza correre rischi, non sembra avere molte alternative: per dormire sonni tranquilli, deve per forza accontentarsi e comprare i Buoni del Tesoro di durata breve, come appunto i Bot, che sono molto più stabili nei prezzi rispetto a quelli di scadenza lunga come i Btp.

 

L’alternativa Buoni fruttiferi

A ben guardare, però, da qualche settimana i risparmiatori  possono trovare sul mercato delle alternative. Sono i nuovi Buoni fruttiferi postali (Bfp) lanciati all’inizio di aprile: si chiamano Bfp Renditalia e garantiscono un interesse equivalente a quello del  Bot con scadenza a 6 mesi (cioè lo 0,8% lordo all’anno), più una quota aggiuntiva dello 0,5%. In totale, il rendimento di questo strumento finanziario è attorno all’1,3% all’anno (1,14% netto): non tantissimo ma  pur sempre una manciata di punti in più rispetto a quanto offrono i titoli di Stato di brevissima scadenza.

 

Costi ridotti

Oltre a essere più generosi  dei Bot, i Bfp Renditalia sono anche  meno costosi: chi li sottoscrive non paga spese di gestione o di custodia, come invece è costretto a fare chi acquista un titolo di Stato. Per comprare o vendere un Buono del Tesoro, le banche richiedono ai clienti commissioni comprese tra lo 0,1 e lo 0,5% del capitale investito, a cui si aggiungono i costi per l’apertura di un deposito-titoli, che comporta una spesa di diverse decine di euro all’anno. Per quel che riguarda la tassazione, invece, i Bfp e i Bot sono perfettamente equivalenti, poiché sono soggetti entrambi a un prelievo fiscale del 12,5% sui guadagni maturati. L’unico neo dei nuovi buoni fruttiferi Renditalia è il meccanismo con cui maturano gli interessi. Mentre i rendimenti dei Bot vengono liquidati in anticipo, al momento della sottoscrizione del titolo, chi acquista i Bfp,  deve invece aspettare almeno 12 mesi prima di poter incassare i guadagni. Tuttavia, il capitale investito nei Buoni postali (senza gli interessi) non è vincolato e il risparmiatore ha diritto a farsi rimborsare i soldi in qualsiasi momento.

 

Gli Etf

Un’altra alternativa all’acquisto dei Bot è rappresentata da un nuovo exchange traded fund (Etf) lanciato dalla casa d’investimenti Lyxor (che fa capo al gruppo francese Societé Genérale). Si tratta di un fondo che può essere acquistato in Borsa dai risparmiatori privati come una qualsiasi azione o un’obbligazione. L’Etf lanciato da Lyxor (Lyxor Etf Bot 6m), investe in 13 diversi titoli di Stato italiani con scadenza tra 3 e 12 mesi e permette ai risparmiatori di costruirsi un portafoglio ben diversificato, cioè ripartito su tanti Buoni del Tesoro differenti, anche disponendo di un capitale modesto. Mentre un singolo Bot può essere acquistato investendo di base 1.000 euro, per comprare un Etf bastano 50 o 100 euro. Chi acquista questo prodotto non deve aspettarsi rendimenti stellari ma guadagni in linea, più o meno, con quelli del Bot a 6 mesi.

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