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Stai pensando di comprare una casa all’asta? Prima di fare offerte leggi qui: cosa non devi mai fare prima

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Valentina Giungati

Comprare casa all’asta è un’ottima opportunità di investimento ma è importante comprendere cosa comporta e cosa non fare prima di procedere.

L’acquisto all’asta di un immobile differisce, relativamente alle procedure ordinarie. Questo ha dei pro, sicuramente in primo luogo il costo, ma anche dei contro soprattutto per quanto concerne la burocrazia. Ciò non vuol dire rinunciare a prescindere, anche perché per molti è una vera miniera d’oro, soprattutto quando non possono spendere capitali eccessivi e impegnativi per una casa ordinaria.

Case all’asta, a cosa fare attenzione (lamiapartitaiva.it)

Tuttavia è bene chiarire che ci sono aspetti da valutare accuratamente prima di procedere per evitare spiacevoli inconvenienti e quindi ritrovarsi in una condizione in cui vi sono limiti oppure oneri da saldare dopo l’acquisto.

Comprare casa all’asta: gli elementi da valutare prima

Le aste fallimentari sono procedure legali che consentono, al fine di recuperare denaro da quell’immobile, di effettuare una vendita mediante asta. Quindi proprio per finalizzare velocemente la trattativa e arrivare al credito utile i prezzi sono ben al di sotto della media. Ci sono piccoli appartamenti ma anche ville, questi possono riguardare privati o aziende.

Perché le case all’asta sono un’opportunità (lamiapartitaiva.it)

Sul Portale delle vendite pubbliche del Ministero della Giustizia vi sono tutte le case in vendita, accessibili a chiunque. Tutto si svolge in via telematica quindi è molto facile partecipare, ce ne sono alcune in cui è possibile anche fare offerte dal vivo ma è sempre un sistema simultaneo e quindi anche chi si trova da casa, e vuole partecipare, può farlo.

La prima nota per questo tipo di compravendita è la dicitura con incanto o senza incanto che serve a determinare una modalità specifica ovvero se ci sarà il giudice o meno a finalizzare l’atto. Per evitare l’acquisto di un immobile che possa rivelarsi ben diverso da quello che si vede la cosa essenziale è fissare una valutazione del bene ovvero un visita alla casa per valutarne lo stato. Capire se ci sono occupanti, se qualcuno si trova nell’ambiente o se non è vissuto da tempo.

Laddove la casa sia occupata infatti è un problema da non sottovalutare, la procedura è insidiosa e presenta tempi lunghi. In effetti, una volta emesso il decreto di trasferimento, l’aggiudicatario ha il diritto di richiedere immediatamente il rilascio dell’immobile. Però, è importante verificare che il giudice includa nella procedura, un’ingiunzione al debitore di lasciare l’immobile. Da considerare anche che l’esecutato, che occupa l’immobile, ha la possibilità di trovare un accordo con l’aggiudicatario per ottenere un prolungamento dei tempi di sfratto. In questo caso si stabilisce un tempo massimo entro il quale l’esecutato è obbligato a lasciare l’immobile. Infine, nel caso in cui l’esecutato non lascia l’immobile alla data stabilita l’aggiudicatario ha il diritto di avviare la procedura di esecuzione forzata per ottenere il rilascio dell’immobile, che potrebbe richiedere fino a 5/6 mesi.

Va ricordato poi che la cauzione che si dà a garanzia durante il procedimento, in caso di ripensamenti, è persa. Il cittadino ha dai 60 ai 120 giorni di tempo per procedere al versamento del saldo dell’acquisto dell’immobile e le relative spese. Il termine ultimo di pagamento è stabilito nel bando dell’asta. Inoltre,  il pagamento anticipato permette di accorciare i tempi burocratici ci cancellazione dei carichi pendenti.

Valentina Giungati

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