Come aprire la Partita Iva

Come aprire la partita IVA: breve guida per mettersi in proprio e avviare un’attività
Quando conviene aprire la partita IVA?
Sono molti gli aspiranti liberi professionisti a porsi questa domanda, specialmente in un periodo di grande incertezza economica.
Se ti stai chiedendo anche tu come aprire la partita IVA, ecco una breve guida per conoscere i costi da affrontare e tutti i fattori da considerare per capire se è il momento giusto per effettuare questo importante passo.
Come aprire la partita IVA: tutti i passi da effettuare
Aprire la partita IVA è molto semplice e non prevede costi di apertura.
Ogni partita IVA, come ben sappiamo, si compone di 11 numeri: i primi 7 stanno ad indicare il contribuente; i successivi 3 indicano il Codice dell’Ufficio delle Entrate, mentre l’ultimo ha carattere di controllo.
Il primo passo da fare è rivolgersi all’Agenzia delle Entrate per comunicare l’inizio della propria attività, entro 30 giorni dall’inizio dell’esercizio, con allegata dichiarazione redatta su modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi) oppure modello AA7/7 (società). Entrambi i modelli sono disponibili in download sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Per presentare il modello, vi sono diverse opzioni:
1. Recarsi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con un documento di riconoscimento;
2. Inviare il modello con raccomandata con ricevuta di ritorno, con in allegato fotocopia del documento di riconoscimento;
3. Inviare il modello per via telematica, tramite il software apposito che si scarica dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Scegliere di aprire una partita IVA implica scegliere il codice ATECO, che si riferisce all’attività che intendiamo svolgere ed il tipo di regime contabile (forfettario o contabilità ordinaria).
Dopo aver consegnato la dichiarazione con firma, sarà assegnato un numero di partita IVA che rimarrà invariato fino al termine dell’attività
Come ultimo passo, bisogna recarsi all’INPS per l’apertura della propria posizione previdenziale.
Nel caso si intenda registrare una ditta individuale, si dovrà iscrivere l’impresa presso la Camera di Commercio e comunicare al comune l’avvio dell’attività.
Ricordiamo che per aprire la partita IVA non c’è bisogno di particolari requisiti, ed è possibile sia per titolari di società che per liberi professionisti.
Come aprire la partita IVA: i costi
Abbiamo visto che aprire la partita IVA è gratuito, ma vi sono da considerare le spese di mantenimento, che potrebbero risultare onerose.
Che convenga o meno aprire la partita IVA, è una questione che varia da caso a caso. È consigliabile consultare il proprio commercialista per valutare la scelta in base alla propria specifica situazione.
In ogni caso, vi sono dei fattori generali da approfondire, quale ad esempio il regime contabile che si sceglie.
Chi apre la partita IVA a regime di contabilità ordinaria, deve assicurarsi una buona base di guadagno per sostenere le spese di gestione.
Se si iscrive una ditta alla Camera di Commercio, si andrà a pagare all’istituto una quota che varia dagli 80 ai 100 euro annui, cui vanno aggiunti il costo del commercialista (che si aggira intorno ai 1.000 euro annui e i contributi INPS. Ricordiamo inoltre le imposte Irpef e Irap, che vanno calcolate sul reddito e sul valore aggiunto prodotto.
Chi invece apre la partita IVA a regime forfettario può usufruire di un regime agevolato, rivolto alle partite IVA con ricavi fino a 65.000 euro. Tale regime prevede l’esenzione dall’IVA ed una tassazione ad aliquote molto meno onerosa rispetto alla comune Irpef, pari al 15% e al 5% per i primi cinque anni di attività. L’unico svantaggio è l’impossibilità di portare in deduzione o detrazione le spese sostenute, ad eccezione dei contributi previdenziali d’obbligo.
I costi dell’apertura della partita IVA sono comunque legati a diversi aspetti oltre al regime contabile utilizzato, tra cui volume dell’attività, tipologia di consulenza richiesta, costi di gestione del personale e dei collaboratori.
Infine, è importante ricordare gli obblighi fiscali da rispettare per chi è titolare di partita IVA nel regime ordinario:
– Emissione di fattura elettronica;
– Compilazione di appositi registri contabili con fatture, bolle doganali e corrispettivi
– Detrazioni riguardanti le operazioni soggette a imposta e le operazioni non imponibili.
– Liquidazione, versamento e dichiarazione periodica dell’IVA.
– Dichiarazione annuale IVA con il Modello Unico, o separata.
Aprire la partita IVA: quando non conviene
Non sempre aprire la partita IVA costituisce un vantaggio.
In qualità di lavoratori indipendenti, se i propri introiti superano i 5.000 euro annui, allora aprire una partita IVA è consigliabile, al fine di regolarizzare la propria posizione fiscale. In caso gli introiti non raggiungano tale cifra, bisogna valutare attentamente la situazione, per evitare che le attività di gestione possano incidere notevolmente sui guadagni.
In conclusione, aprire la partita IVA non è difficile, ma può comportare a lungo termine una serie di importanti impegni e costi da rispettare.