30 novembre, mano al portafogli. Arriva il salasso di fine anno
Ci risiamo, dopo quella del 16 ecco la scadenza del 30. Per noi titolari di partita Iva novembre è un mese maledetto perchè è contrassegnato da un doppio appuntamento con il modello F24.
Putroppo il prossimo venerdì ci toccherà nuovamente mettere mano al portafogli e sborsare altri soldi da destinare allo Stato.
Come al solito il segreto per non fallire la scadenza e per non trovarsi spaesati l’ultimo giorno è arrivare preparati al versamento. Ciò significa assicurarsi di aver consegnato tutto il materiale al commercialista, essere sicuri di aver ricevuto il modello F24 qualche giorno prima del limite e poi ricordarsi il giorno della scadenza di effettuare il versamento.
Cosa versare il 30 novembre
Innanzitutto vediamo di capire cosa dobbiamo versare il 30 novembre. Questa volta non si tratta dei normali pagamenti che effettuiamo tutti i mesi (quelli infatti vanno sempre saldati il 16, oppure per esempio il giorno dopo se il 16 capita di domenica), quindi non avremo a che fare con l’Iva o con le ritenute fiscali e contributive.
Il 30 novembre va infatti versato il secondo acconto delle imposte per le persone fisiche, le società di persone (Snc, Sas) e le società di capitali (Spa, Srl, Sapa).
Le imposte da versare sono l’Irpef (per le persone fisiche e le società di persone) e l’Ires (per le società di capitali). C’è poi lo spauracchio dell’Irap: chi di noi è tenuto a versare questa imposta a fine mese dovrà infatti pagare il secondo acconto.
Non solo Fisco: i versamenti riguardano anche l’Inps. Infatti dovremo versare il secondo acconto dei contributi per la gestione artigiani-commercianti che superano il livello minimo (nel caso di redditi superiori a 14.552 euro). Chi di noi è un professionista senza Ordine dovrà invece versare il secondo acconto dei contributi alla gestione separata.
Fin qui gli acconti. Chi ha invece scelto di versare a rate il saldo dell’Irpef dell’anno precedente, il 30 novembre dovrà pagare anche l’ultima rata delle imposte 2011.
Documenti al commercialista
Per i pagamenti del 30 novembre non ci sono documenti particolari da consegnare al commercialista. Di norma il nostro consulente possiede già tutti i nostri dati avendo elaborato la dichiarazione dei redditi.
Dobbiamo comunque assicurarci che il commercialista ci consegni l’F24 con anticipo così che possiamo arrivare preparati all’appuntamento con il pagamento.
E bene poi tenere in considerazione anche un altro aspetto. In caso di acconti abbastanza elevati è buona prassi che il commercialista ci convochi per analizzare insieme la situazione dell’anno in corso (cioè del 2012) ed eventualmente ricalcolare gli acconti se tra il 2012 e il 2011 dovessero emergere importanti differenze.
Il pagamento
Come avviene per i pagamenti mensili, anche il versamento del 30 novembre va effettuato con il modello F24 telematico. Di conseguenza il commercialista deve inviarci con anticipo (almeno tre giorni prima della scadenza) il modello F24 compilato. Se ancora non abbiamo ricevuto il modulo e siamo in prossimità della scadenza ci conviene chiamare il commercialista e accertarci che l’F24 ci venga spedito al più presto.
Il modo più semplice e immediato per pagare l’F24 è utilizzare il canale on line della nostra banca, così direttamente da casa possiamo inviare la richiesta di versamento.
Non ci resta quindi che accedere ai servizi on line sul sito internet della banca, selezionare l’opzione F24 e una volta che si sarà aperta la schermata con il modello in bianco dovremo compilarlo copiando nei vari campi gli importi e i codici riportati sull’F24 che ci è stato spedito dal commercialista.
Seguendo questi consigli arriveremo alla scadenza senza farci prendere dall’ansia dell’ultimo momento e certi di aver fatto ogni cosa per bene. Ma diciamocelo chiaro: si tratta di una magra consolazione. Le cifre da pagare il 30 novembre sono quasi sempre cospicue e vedere il nostro conto dissanguato in una sola giornata dopo tutti i sacrifici fatti per racimolare quattro spiccioli è un’esperienza che ci lascia sempre e comunque con un profondo amaro in bocca. Tanto più che molti di noi per riuscire a pagare sono costretti a chiedere un prestito in banca…