Brutte notizie: l’Imu non si tocca, il Tar respinge il ricorso
Ormai è ufficiale, l’Imu c’è, ce la terremo e da giugno cominceremo anche a pagare la prima rata del 2013. A dare l’ultimo colpo di grazia a qualsiasi speranza di vedere abolita una delle tasse ritenute più odiose dagli italiani ci ha pensato il Tar del Lazio.
Ricorso respinto
Il Tribunale amministrativo regionale, che ha competenza sulla questione, ha respinto il ricorso presentato dall’associazione dei consumatori Codacons. In realtà il giudice amministrativo più che entrare nel merito della richiesta, che definiva anticostituzionale questa imposta e ne chiedeva quindi la sua abolizione, ha bocciato in via pregiudiziale il ricorso, definendolo inammissibile. Varie le ragioni addotte dal Tar del Lazio per giustificare questa decisione. Innanzitutto, il giudice ha ritenuto che i contribuenti, chiamati a pagare l’Imu, non possono essere considerati dei consumatori, e dunque il Codacons non poteva rappresentarli. Inoltre, la corte ha giudicato inammissibile il ricorso collettivo. E questo per il fatto che ciascun soggetto che aveva partecipato all’azione del Codacons presentava aliquote diverse, provenienti da Comuni differenti, e quindi profili che il Tar ha ritenuto che non potessero essere assimilabili uno all’altro.
Come Ponzio Pilato
Una bocciatura che ha innescato la pesante reazione del presidente del Codacons Carlo Rienzi, secondo il quale i giudici non hanno avuto il coraggio di investire della questione la Corte Costituzionale, per verificare il parere del massimo organo giurisdizionale del nostro Paese che giudica la regolarità delle leggi. Il Tar, secondo le parole di Rienzi, ha preferito insomma “lavarsene le mani come fece Ponzio Pilato, sacrificando Gesù (i cittadini) e salvando il ladrone Barabba (lo Stato)”.
E se avesse vinto le elezioni Berlusconi?
Al netto della polemica, che ovviamente investe in maniera diretta i soggetti che hanno lanciato l’iniziativa, quello che rimane in bocca è il sapore amaro di una sentenza che sembra più attenta agli equilibri politici che non a quelli dei bilanci delle famiglie. In effetti, ora che ormai il tema dell’Imu sembra essere caduto nel dimenticatoio e nessuno tra i politici alle prese con la patata bollente di un nuovo governo da formare sembra più interessarsene, il Tar ha pensato bene di uniformarsi e stendere un velo pietoso sulla faccenda. Ma che cosa sarebbe accaduto se Berlusconi, nel cui programma elettorale figurava proprio l’abolizione e la restituzione della tassa sugli immobili, avesse vinto le elezioni? Ce lo chiediamo indipendentemente da quelle che possono essere le nostre e le vostre convinzioni politiche, ma soltanto per sollevare il dubbio che forse, in un contesto politico diverso, anche la decisione del Tar avrebbe potuto prendere un’altra piega.
Restituire l’Imu si può, il caso Sardegna
A questo proposito vale la pena ricordare che proprio in queste ore, la Regione Sardegna ha deciso, attraverso la propria legge di finanza generale, di provvedere alla restituzione dell’Imu a una parte dei propri residenti. Sono stati stanziati per questo circa 25 milioni di euro, che verranno assegnati, come compensazione del pagamento della tassa sugli immobili, alle famiglie con un reddito Isee sotto 20mila euro e che hanno pagato l’imposta sulla prima casa. La dimostrazione pratica che, almeno per determinate categorie di contribuenti, pensare all’abolizione e alla restituzione dell’Imu, è possibile. E dunque, rimane lecito chiedersi: chissà che ne avrebbe pensato la Corte Costituzionale se solo la questione fosse giunta sul suo tavolo. Per il momento l’unica certezza è che il Codacons ha annunciato un ricorso presso il Consiglio di Sato e, forse, di questa storia sentiremo ancora parlare.