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La Mia Partita IVA • News • Politica • Dopo la birra anche il caffè del distributore diventa un lusso

Dopo la birra anche il caffè del distributore diventa un lusso

Politica 20 Settembre 2013

Ormai dal Fisco non si salva più niente. E nessuno. Per una tassa, certamente significativa come l’Imu, che è stata abolita sulla prima casa, ci saranno da qui all’inizio del 2014 una miriade di piccoli aumenti che faranno diventare la vita quotidiano un vero calvario. Imposte di registro, bolli, addizionali comunali e chi più ne ha più ne metta. Ma c’è un balzello che ai più è sfuggito e che promette di avere effetti piccoli, ma significativi per le tasche di tanti consumatori.

 

Un’aliquota fissa che prende il volo

Stiamo parlando dell’incremento delle tasse da pagare per l’installazione dei distributori automatici di bevande e derrate alimentari. La famose macchinette del caffè che troviamo in fabbriche e uffici, ma anche negli ospedali, nelle scuole, nelle caserme e in tantissimi luoghi pubblici abilitati. Ebbene, l’aliquota fissa che si applica a chi vende alimenti e bevande con questi distributori subirà un aumento importante: dal primo gennaio 2014 passerà dal 4% al 10%. Un incremento pari a più del doppio. Gli effetti? Facilmente immaginabili. È stato stimato che i prodotti venduti potranno subire aumenti tra 5 e 10 centesimi. Addio, dunque, alla monetina di un euro che spesso bastava per poter tirare fuori da un distributore un caffè o una merendina. Ora ci vorranno più spiccioli. E se qualcuno immagina che stiamo parlando di spese irrisorie, cominci a considerare la situazione di chi quotidianamente utilizza dette macchinette per piccole pause nello stress quotidiano. Si profilano esborsi che su scala mensile o annuale non saranno trascurabili.

 

Una merendina salva l’edilizia

Il ritornello con cui il governo Letta ha giustificato questo ennesimo rincaro è sempre lo stesso: la coperta del bilancio statale è troppo stretta e se si tira da una parte bisogna inevitabilmente scoprire qualcosa. Questa volta l’oggetto del contendere erano i cosiddetti eco-bonus sulle ristrutturazioni. Per intenderci parliamo degli sgravi del 65% per l’efficienza energetica in edilizia e di quelli del 50% per le ristrutturazioni degli edifici. Proprio per continuare a garantire questi benefici economici per le attività edilizie servivano circa 200 milioni di euro. Ebbene, circa 105 milioni arriveranno proprio dai rincari dell’aliquota fissa sui distributori automatici. A pagare dunque sarà ancora una volta la collettività, intesa come singolo e indifeso consumatore. Un soggetto che ormai per il Fisco funziona da vero e proprio bancomat per qualsiasi esigenza. Nel caso specifico, ogni bevanda o merendina da distributore automatico contribuirà alla causa fiscale dell’edilizia. E questo senza considerare l’aumento incombente dell’Iva che potrebbe scattare da inizio ottobre. Se sarà confermato, allora il conto della pausa caffè di tanti italiani diventerà, se possibile, ancora più salato.

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