Elettricità, arriva lo sconto in bolletta. Ma è ridicolo
Siamo di fronte alla montagna che ha partorito un topolino. Dopo gli annunci eclatanti di questi ultimi giorni che promettevano risparmi sulla bolletta della luce, spulciando il decreto “del fare”, si scopre la sorpresa. Per le famiglie ci sarà un risparmio in bolletta. Sì ma di una decina di euro. Spalmati su due anni. La ragione della (brutta) sorpresa dipende dalla complessità dei provvedimenti presi dal governo che agiscono su una serie di elemnti incidendo sulla nostra bolletta in maniera molto annacquata. Inoltre le risorse di partenza con cui si è deciso di operare sono molto limitate, con uno stanziamento pari a circa 600 milioni. Comunque, vediamo nel dettaglio come dovrebbero manifestarsi gli sconti e da dove dovrebbero arrivare le coperture necessarie.
Incentivi e bioliquidi
Una buona metà dei 600 milioni necessari a produrre gli sconti in bolletta dovrebbero arrivare dal blocco degli incentivi previsti per la produzione di energia elettrica con bioliquidi, come ad esempio l’olio di palma. Per i soggetti che producono energia con queste fonti sono previste agevolazioni che paghiamo noi con la nostra bolletta. Nel caso specifico gli incentivi sarebbero dovuti crescere, passando 15% al 40%, con effetti immaginabili sulle nostre bollette. Tra l’altro si tratta di un aumento che sarebbe già dovuto scattare a partire dal primo gennaio. Nonostante Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico del precedente governo avesse momentaneamente fermato la procedura, i rialzi erano già conteggiati sulla nostra bolletta. Ora Letta ha deciso di bloccare tutto definitivamente.
Agevolazioni e rinnovabili
Altro capitolo delicato è quello degli incentivi concessi alle energie rinnovabili e loro assimilate. Anche in questo caso, con una legge che addirittura risale al 1992, sulla nostra bolletta vengono addebitate delle quote, dette Cip6, che servono a determinare un fondo per gli incentivi alle rinnovabili. In questo caso il risparmio sulla nostra bolletta potrebbe arrivare attraverso un complicato ricalcolo di queste quote. Attualmente l’entità di quello che versiamo per le rinnovabili è in proporzione alle valutazioni del petrolio e del gas, e cioè in base a quanti gas serra non si emettono producendo rinnovabili, valutate appunto al prezzo delle vecchie fonti di idrocarburi. D’ora in poi il calcolo dovrebbe essere fatto sulle quotazioni del gas metano, che sono scese di molto, e dunque potranno farci risparmiare qualcosa di più in bolletta. In pratica, più che di uno sconto si tratta di un mancato pagamento.
Risparmi minimi e a rischio
Insomma, alla fine dei conti su una bolletta energetica che in media per le famiglie è di circa 500 euro all’anno, il risparmio complessivo potrebbe essere di circa una decina di euro. Tra l’altro stime precise non sono ancora possibili perché le tariffe definitive saranno stabilite, in base alle nuove norme, dall’Autorità dell’Energia, che ha 60 giorni di tempo per decidere e ha già annunciato che si prenderà tutto il tempo per fare le proprie valutazioni. Senza contare che su questo scenario incombe una minaccia non da poco. Il governo Monti aveva messo in conto di concedere degli sconti sulla bolletta alle grandi aziende energivore, quelle che per produrre consumano grandi quantità di elettricità. Ebbene, gli sconti in programma sarebbero 600 milioni di euro, ossia la cifra stanziata dall’attuale governo Letta. Dunque, se non ci saranno ulteriori chiarimenti, una parte dello sconto del 2013 potrebbe saltare, e vedremo la nostra bolletta calare solo di 4-5 euro quest’anno e di un valore analogo nel 2014. Ogni commento è superfluo.