Equitalia colpisce duro, gli interessi di mora volano alle stelle
Una nuova tegola si abbatte sulla testa già martoriata dei contribuenti italiani, in particolare di quelli che per ragioni spesso legate alla crisi economica, hanno dei pagamenti pendenti con il fisco o potranno averne in futuro. L’Agenzia delle entrate, con una disposizione firmata dal suo direttore Attilio Befera, ha infatti annunciato il rialzo, in maniera anche consistente visti i tempi di gravi difficoltà, del tasso di mora sui ritardati pagamenti delle cartelle esattoriali messe a ruolo. Il tasso in questione, che viene fissato annualmente con decreto del Ministero delle Finanze e viene calcolato come media dei tassi bancari attivi, dal prossimo primo maggio passerà dal 4,5504% al 5,2233%. Insomma, un aumento che farà drizzare i capelli a tanti contribuenti che potrebbero ritrovarsi nella situazione di non esigibilità di fronte alle richieste del fisco nei prossimi mesi.
Cosa sono le cartelle esattoriali
Quando a seguito di accertamenti e verifiche dell’Agenzia delle entrate risulta che il pagamento di una tassa, di una multa, di un’imposta comunale, di un contributo previdenziale o di un qualsiasi altro versamento non è stato effettuato, il Fisco contatta il contribuente per far presente la questione. Siamo ancora in una fase di rapporto bonario tra Agenzia delle entrate e contribuente inadempiente. Se però, il mancato versamento persiste, allora la pratica viene trasmessa ad un ente esattore, in questo caso Equitalia, che emana una cosiddetta cartella esattoriale.
Iscrizione a ruolo
La cartella esattoriale viene così iscritta a ruolo, cioè inserita in un elenco, stilato dall’ente impositore, che contiene tutti i debitori, cioè i contribuenti sui quali è stata rilevata la violazione e le somme da essi dovute. Sulla cartella esattoriale, il contribuente troverà oltre ovviamente ai propri dati anagrafici, tutti gli estremi utili al pagamento, per il quale vengono concessi 60 giorni di tempo. Nel computo del versamento totale sono comprese le sanzioni applicate per il precedente ritardo accumulato nel pagamento, insieme agli interessi maturati fino a quel momento, spese di notifica e compensi dell’ente di riscossione.
Mancato pagamento e interessi di mora
Il contribuente che riceve una cartella esattoriale, come noto, dovrebbe preoccuparsi immediatamente, perché si tratta a tutti gli effetti di un atto esecutivo, che lascia all’ente di riscossione aperta ogni strada per il recupero del dovuto. Scaduti infatti i 60 giorni di tempo stabiliti per il pagamento, può iniziare l’azione di sequestro dei beni, che può interessare finanche automobili e abitazioni nei casi più gravi. Dall’ultimo giorno utile per il pagamento scattano poi anche i citati interessi di mora, che si andranno a sommare a tutto quello sopra elencato nel computo complessivo di quello che il contribuente, seppur in ritardo, sarà costretto a pagare nel momnento in cui deciderà di saldare il conto della cartella esattoriale. Stiamo parlando dunque di un procedimento decisamente pesante, che arriva a colpire in genere contribuenti già in difficoltà a far fronte ai propri doveri fiscali. L’aumento degli interessi di mora, seppur in linea con una procedura standard e automatica, rappresenta di certo dunque una brutta notizia in un periodo di crisi come quello attuale. E a nulla vale ricordare che questi interessi hanno raggiunto, in anni passati, livelli anche maggiori, fino all’8%. In questo momento quello che resta è comunque l’amaro in bocca per un accanimento di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.