Imu, salta la tassa sui terreni agricoli coltivati
Non accennano a placarsi le polemiche sul futuro dell’Imu. Anche perché il governo Letta non ha ancora lasciato intendere chiaramente cosa vorrebbe farne dell’odiata tassa sugli immobili. E mentre si discute accanitamente di abolizione, rimodulazione o integrazione con la Tares, arriva la notizia di un nuovo fronte che si apre proprio sul tema dell’Imu. Nel caso, si tratta di una presa di posizione che non solo mira a evitare il pagamento di una tassa, ma potrebbe risultare un sostegno diretto alle attività commerciali e produttive. Si tratta della proposta lanciata dal neo ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo: abolire la tassa sui terreni agricoli coltivati.
Battaglia a favore di chi lavora
L’idea di De Girolamo potrebbe essere un elemento a favore dei tanti, e tra essi anche molte partite Iva, che svolgono la propria attività lavorativa nel settore agricolo. Alleviare i bilanci di migliaia di attività del settore dal peso dell’Imu sui terreni coltivati, potrebbe ridare respiro a tante realtà produttive e favorire la ripresa, almeno in questo strategico comparto. “Dobbiamo liberare l’impresa agricola da questa terribile tassa, non farò sconti a nessuno”, ha detto il ministro, perché, ha aggiunto, “non si devono tassare gli strumenti dell’agricoltura come, appunto, la terra”. Alla De Girolamo è stato però fatto notare che un provvedimento di questo tipo potrebbe costare allo Stato circa 2 miliardi di mancati introiti. Un problema non da poco visto che proprio sul nodo delle compensazioni, cioè sulle risorse da mettere in campo per sostituire l’Imu, il governo sta trovando le difficoltà maggiori per dare il via libera alla sua abolizione. “Le risorse si possono trovare anche dalla vendita dei terreni demaniali” è stata la risposta del ministro. Una soluzione interessante, anche se da anni si discute di come vendere parte delle proprietà in mano allo Stato e finora nessun governo è riuscito a liberarsi di una parte dell’immenso tesoro immobiliare pubblico, che spesso giace inutilizzato o sotto sfruttato.
Prima casa
Proprio nello stesso giorno in cui De Girolamo lanciava la sua proposta sui terreni agricoli, il fronte favorevole all’abolizione totale dell’Imu sulla prima casa metteva a segno una nuova iniziativa. Una quarantina di sindaci, tra i quali quello di Roma Gianni Alemanno, ma anche quello di Pavia Alessandro Cattaneo, e quelli di Viterbo, Chieti e Lecce, tutti di area centrodestra, si sono ritrovati davanti al ministero dell’Economia per chiedere al governo l’abolizione della tassa sulla prima abitazione. “Basta Imu sulla prima casa escluse ville e castelli”, questo lo slogan con cui si sono presentati i sindaci che hanno partecipato all’iniziativa. Una loro delegazione ha poi incontrato i viceministri all’Economia Luigi Casero (Pdl), Stefano Fassina (Pd) e il sottosegretario, sempre all’Economia, Pier Paolo Baretta. Nel corso dell’incontro i sindaci hanno spiegato che togliere l’Imu sulla prima casa è possibile, e bisognerebbe farlo per una questione di equità sociale. Anche da parte loro è risultato ancora poco chiaro dove dovrebbero essere prese le risorse per compensare il mancato gettito dell’Imu, che tra l’altro per molti Comuni potrebbe significare la totale bancarotta.