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Patrimoniale, rendite, Tobin Tax: e i nostri soldi vanno in fumo

Pensioni integrative 26 Marzo 2013

Prima l’imposta sulle rendite finanziarie, poi la mini-patrimoniale del governo Monti e, infine, la tanto discussa Tobin Tax. È il tris di balzelli fiscali che quest’anno rischiano di mettere ko (o quasi) molti risparmiatori italiani. Non tanto con capitali milionari, bensì i piccoli investitori che hanno messo da parte (a fatica) risparmi di appena qualche migliaia o decina di migliaia di euro.

 

Salasso del 2012

Nell’ultimo anno, per chi ancora non se ne fosse accorto, le tasse sul risparmio hanno subìto una impennata. Già dagli inizi del 2012, per volontà del governo Berlusconi, è cresciuta l’imposta sulle rendite finanziarie, cioè sui guadagni ottenuti da chi investe in azioni, in obbligazioni, in alcune categorie di polizze sulla vita (unit e index linked) e nei fondi comuni di investimento. Nel complesso, il prelievo del Fisco sulle rendite è salito di oltre 7 punti, dal 12,5 al 20%. Tradotto in cifre, chi ottiene un rendimento di 1.000 euro investendo in un azione o in un fondo comune, oggi deve versare al Fisco una cifra quasi doppia rispetto al 2011: in totale 200 euro (corrispondente al 20% di 1.000), contro i 125 euro di due anni fa. Si sono salvati dal salasso soltanto i titoli di Stato, i Buoni fruttiferi postali, che hanno conservato la vecchia tassazione del 12,5% e i depositi bancari ad alta remunerazione, che invece hanno visto addirittura ridursi il prelievo fiscale sugli interessi, dal 27 al 20%.

 

La mini-patrimoniale di Monti

Chi investe nei conti di deposito o nei titoli di Stato, però, ha ben poco da rallegrarsi. Anche questi risparmiatori, infatti, non sono riusciti a evitare una nuova tassa che dal 2012 colpisce quasi tutti i prodotti finanziari venduti in Italia (oltre agli stessi conti di deposito e ai Buoni del Tesoro, sono tassati anche i fondi comuni d’investimento, le polizze-vita unit e index linked, le azioni e le obbligazioni). È l‘imposta di bollo voluta dal governo Monti, che lo scorso anno era pari allo 0,1% del capitale e che, nel 2013, è stata innalzata allo 0,15%. Si tratta di una mini-patrimoniale, cioè una tassa che varia in proporzione alla ricchezza posseduta, indipendentemente dai rendimenti che il risparmiatore ottiene ogni anno. Esempio: chi ha un capitale di 100mila euro, deve sborsare un’imposta di bollo di 150 euro (corrispondente allo 0,15% di 100mila), anche se i suoi investimenti sono andati male e hanno registrato una perdita (piuttosto che un guadagno). Sono esenti dalla mini-patrimoniale di Monti soltanto i conti correnti e i libretti postali con una giacenza inferiore a 5mila euro. Per i conti e i libretti con oltre 5mila euro depositati, la mini-patrimoniale si applica invece in somma fissa di 34,2 euro all’anno. Dunque, chi ha in giacenza sul conto corrente una cifra astronomica superiore al milione di euro, paga soltanto poche decine di euro di tassa.

 

La Tobin Tax

Come se non bastasse, l’elenco dei prelievi sui risparmi da pagare quest’anno si chiude con un ultimo balzello, appena arrivato: la Tobin Tax, cioè l’imposta sulle transazioni finanziarie, che ha debuttato in Italia il 1° marzo. Si tratta di una tassa dello 0,12% sul capitale impiegato per acquistare delle azioni di società quotate alla borsa di Milano, il cui valore sul mercato (cioè la capitalizzazione) supera i 500 milioni di euro. Esempio: chi compra i titoli di grandi aziende come Fiat, Generali, Enel o Eni deve pagare l’imposta; chi negozia le azioni di piccole aziende come il gruppo siderurgico Danieli, invece, non deve invece sborsare neppure un centesimo. Anche la Tobin Tax, come gli altri prelievi sul risparmio entrati in vigore nell’ultimo anno, rappresenta una cattiva notizia per non pochi investitori italiani, soprattutto per chi (pur non avendo un grande capitale a disposizione) è abituato a operare in Borsa abbastanza di frequente, cioè almeno una volta al mese. La prova arriva dalla tabella che riportiamo in basso: dimostra come un risparmiatore con un capitale 50mila euro, nel 2013 pagherà una quantità di tasse più che raddoppiata rispetto al 2011: 819 euro contro i 375 euro di due anni fa.

 

Esempio: Il peso delle tasse sul risparmio

 

Profilo risparmiatore Investitore con un capitale di 50mila euro, investito per 40mila euro in obbligazioni di una banca e per altri 10mila euro in azioni. Ogni mese l’investitore compra e rivende dei titoli di grandi società italiane quotate in borsa, impiegando 10mila euro in ogni operazione. Ipotesi: nell’arco di un anno ottiene in un rendimento lordo del 6%, per un totale di 3mila euro
Tassa sulle rendite finanziarie 600 euro (20% di 3mila)
Tobin tax 144 euro (lo 0,12% su ogni acquisto mensile di azioni del valore di 10mila euro – 12 euro di tassa su ciascuna operazione). 
Imposta di bollo  75 euro: (lo 0,15% del capitale complessivo)
Totale tasse da pagare nel 2013 819 euro (nel 2011 avrebbe pagato 375 euro)
Risultato Guadagno netto: 3.000 – 819 = 2.181 euro

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