Tre cose da sapere per non farsi schiacciare dalla Trise
Alzi la mano chi sta capendo qualcosa in questa babele di tasse che il Governo ha deciso con la Legge di Stabilità. Cerchiamo di fare ordine rispondendo a tre semplici domande.
1) Che cosa è la Trise?
È il nuovo tributo sui servizi comunali che accorpa Imu e Tares. Rappresenta quindi quella famigerata tassa sui servizi, service tax per dirla all’inglese, che veniva sbandierata da qualche mese. Il gettito della Trise confluirà tutto nelle casse dei comuni.
2) Come è composta la Trise?
La nuova tasse è a sua volta divisibile in due parti: la Tari, tassa sui rifiuti, e la Tasi, tassa sui servizi indivisibili. Non finisce qui, perché il governo ha già stabilito che una volta entrate a regime, le due componenti saranno fuse in un’unica tassa, la Tarip, tassa sui rifiuti prodotti.
In attesa di questo nuovo cambiamento, la Tari si calcolerà in base ai metri quadrati oppure, per i comuni che potranno farlo (una piccola minoranza), in base alla quantità effettiva di rifiuti prodotti.
La Tasi sarà calcolata invece sul valore catastale dell’immobile.
In sostanza, la Tasi prende il posto dell’attuale Tares, mentre la Tasi dovrebbe assorbire l’Imu.
3) Chi pagherà le nuove tasse?
La Tari dovrà essere pagata da chi occupa l’immobile, ossia da chi abita nella casa. Quindi a pagarla saranno o i proprietari se occupano l’immobile, oppure gli inquilini nel caso di case date in affitto.
La Tasi dovrà invece essere pagata dai proprietari per un valore almeno pari al 70%, il restante 30% potrà essere addebitato agli inquilini, i quali dovranno comunque pagare almeno il 10%.