Come aprire la Partita Iva se si percepisce la NASPI: la soluzione che ti cambia la vita

I percettori di NASPI possono aprire la Partita IVA per rientrare nel mondo del lavoro ma seguendo alcune indicazioni.

L’Indennità di disoccupazione viene concessa a chi perde involontariamente il lavoro. La NASPI non pregiudica, però, l’apertura della Partita IVA.

Il percettore NASPI può aprire la Partita IVA
Il percettore NASPI può aprire la Partita IVA (Lamiapartitaiva.it)

I dipendenti con contratto subordinato che interrompono involontariamente un rapporto di lavoro possono fare domanda di NASPI. L’indennità viene erogata nella misura del 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni (se inferiore a 1.352,19 euro) e per un massimo di 24 mesi.

Per ottenere la NASPI serve un doppio requisito, la perdita involontaria del lavoro e lo stato contributivo con almeno 13 settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti all’interruzione dell’attività lavorativa. L’assegno viene erogato mensilmente per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate nei quattro anni precedenti. Durante la fruizione della NASPI è possibile aprire la Partita IVA e contemporaneamente avere un codice IVA, generare reddito dall’attività autonoma e percepire l’Indennità di disoccupazione.

NASPI e Partita IVA, la compatibilità a quali condizioni

La NASPI permette ai disoccupati di percepire un aiuto economico mentre si avvia un’attività autonoma.

Come aprire la Partita IVA con la NASPI
Come aprire la Partita IVA con la NASPI (Lamiapartitaiva.it)

L’interessato può inoltrare domanda di NASPI anticipata entro trenta giorni dall’apertura della Partita IVA per ottenere l’intero importo spettante oppure può continuare a percepire l’indennità mensilmente a condizione che si comunichi all’INPS il reddito annuo presunto entro 30 giorni dall’apertura della Partita IVA. Tale comunicazione si effettua utilizzando il modello NASPI COM.

Altra condizione per la compatibilità NASPI e Partita IVA è generare un reddito presunto entro i 4.800 euro. Se la cifra dovesse essere superata si perde il diritto alla NASPI. Non si avranno limiti reddituali solamente in caso di richiesta di NASPI anticipata prima dell’apertura della Partita IVA.

L’iter prevede, dunque, la richiesta della NASPI non appena si rimane senza occupazione, l’attesa della risposta con esito positivo, l’apertura della Partita IVA scegliendo il codice ATECO adatto alla professione e la comunicazione all’INPS dell’evento presentando la NASPI COM oppure chiedendo la NASPI anticipata.

La scelta tra NASPI COM e NASPI anticipata è facilmente intuibile. La seconda è preferibile se si ipotizzano guadagni superiori ai 4.800 euro con lo svolgimento dell’attività autonoma. Bisogna considerare, però, che ci sono condizioni da rispettare. Non si potrà accettare un nuovo contratto di lavoro subordinato per i due anni successivi pena la restituzione dell’importo ricevuto. Inoltre, se si dovesse scegliere il regime fiscale forfettario l’importo della NASPI verrebbe ridotto a meno che il reddito annuo risultasse pari a zero.

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