Roma, 26 novembre 2025 – Il **Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili** (CNDCEC) e la **Fondazione Nazionale dei Commercialisti** (FNC) hanno pubblicato oggi un’analisi sull’**articolo 23 comma 2-bis del Decreto Legislativo 14/2019**, parte del nuovo **Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza**. Il documento arriva a poco più di sei mesi dall’entrata in vigore delle ultime modifiche e punta a fare chiarezza sui dubbi operativi e sugli effetti pratici che ancora creano confusione tra gli addetti ai lavori.
## Il cuore della norma: composizione negoziata e tutele per le imprese
La novità più importante dell’**articolo 23 comma 2-bis** riguarda l’ampliamento delle **misure protettive** per le aziende che avviano la procedura di **composizione negoziata della crisi**. In parole semplici, chi si trova in difficoltà finanziaria può chiedere una sospensione delle azioni esecutive individuali da parte dei creditori, a patto di aver messo in moto la procedura e rispettato alcune condizioni. L’obiettivo è dare all’imprenditore il tempo necessario per trovare un accordo condiviso, evitando che subito si blocchino le attività con provvedimenti urgenti.
Secondo il CNDCEC e la FNC, questa estensione delle **misure protettive** ha avuto effetti concreti nelle trattative tra imprese e creditori. Gli esperti spiegano che “la possibilità di sospendere i procedimenti esecutivi è uno strumento fondamentale per favorire un dialogo costruttivo”, soprattutto quando la situazione debitoria rischia di peggiorare rapidamente. Un punto che trova riscontro anche in alcune recenti decisioni della magistratura, citate nel documento diffuso oggi.
## Dubbi ancora aperti: come interpretare le nuove tutele
Non tutto però è chiaro. “Restano molte incertezze sull’effettiva portata delle protezioni introdotte dal nuovo comma”, hanno fatto notare i tecnici del CNDCEC durante un seminario organizzato ieri pomeriggio nella sede di via Palestro. Il problema principale riguarda la **durata delle misure protettive**, quando possono essere revocate e come si combinano con eventuali cause giudiziarie già in corso al momento dell’avvio della procedura.
“Alcuni tribunali hanno adottato interpretazioni più rigide rispetto a quanto sperato dai professionisti,” ha detto uno dei relatori, preferendo non farsi nominare. Una posizione condivisa da diversi consulenti presenti in sala. È stato sollevato anche il tema della trasparenza nelle comunicazioni tra imprenditori e creditori durante la negoziazione: “Serve maggiore chiarezza su come e quando informare le parti coinvolte,” ha aggiunto il professionista.
## Formazione al centro: il ruolo chiave dei commercialisti
Il documento di **CNDCEC** e **FNC** mette poi in luce l’importanza della **formazione specifica** per tutti gli operatori del settore. “Le regole cambiano continuamente: solo una preparazione aggiornata permette di sfruttare davvero le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo”, si legge nelle raccomandazioni finali. Negli ultimi mesi, il Consiglio nazionale ha organizzato una serie di incontri sul territorio, coinvolgendo circa 1.500 iscritti da tutta Italia. Gli appuntamenti hanno registrato una partecipazione superiore alle aspettative.
L’obiettivo dichiarato è “rafforzare la fiducia tra imprese e professionisti”, fornendo strumenti concreti e risposte rapide su questioni pratiche, anche alla luce di casi reali affrontati negli ultimi mesi. Molti commercialisti si sono infatti trovati a gestire situazioni complicate dove l’applicazione delle **misure protettive** ha richiesto valutazioni molto attente, senza precedenti consolidati cui fare riferimento.
## Guardando avanti: cosa aspettarsi nel 2026
Per CNDCEC e FNC il 2026 sarà un anno decisivo per mettere a punto tutte le novità introdotte dal **Codice della Crisi d’Impresa**. “Solo allora potremo vedere davvero quali sono gli effetti delle riforme,” ha commentato al telefono Giovanni Fusco, vicepresidente della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Secondo lui sarà fondamentale tenere d’occhio i dati sulle procedure avviate e capire se l’equilibrio tra tutela dell’impresa e diritti dei creditori funziona sul serio.
Intanto tra chi lavora sul campo – dagli studi ai tribunali – c’è la consapevolezza che servirà ancora tempo per risolvere alcune difficoltà pratiche. Per questo resta aperto il confronto tra operatori: “Le prassi cambiano anche da distretto a distretto,” ha ammesso un giudice della sezione specializzata di Milano, invitando alla prudenza prima di tirare conclusioni affrettate.
In sintesi, il rapporto presentato oggi da CNDCEC e FNC disegna un quadro aggiornato sull’**articolo 23 comma 2-bis del Dlgs 14/2019**, mostrando un sistema ancora in fase di assestamento. Le nuove **misure protettive** sembrano rispondere alla necessità di maggiore flessibilità per le imprese in crisi, ma restano nodi interpretativi e bisogni concreti di chiarimenti. Saranno i prossimi mesi a dire se il legislatore avrà centrato davvero l’obiettivo.