Roma, 24 novembre 2025 – Un **accordo** è stato raggiunto oggi a Palazzo Chigi tra il **governo** e le principali **organizzazioni sindacali**. L’intesa punta a introdurre maggiore **flessibilità** e a semplificare le procedure nei rapporti tra la Pubblica Amministrazione e i suoi dipendenti. Secondo quanto riferito dalle parti, si comincerà a vedere i primi effetti nei prossimi mesi, partendo dai comparti pubblici più importanti. Gli utenti, quindi, dovrebbero beneficiare di servizi più efficienti e di tempi di risposta ridotti.
## Pubblica Amministrazione: regole più snelle per funzionare meglio
L’obiettivo, ribadito nella sala Verde da funzionari e rappresentanti sindacali, è chiaro: creare un ambiente di lavoro più **snello** e funzionale. Si punta a tagliare passaggi burocratici inutili e a introdurre formule che si adattino meglio alle esigenze del personale. “Questo è un passo avanti significativo. Vogliamo semplificare senza però rinunciare ai controlli necessari”, ha spiegato in serata **Paolo Loria**, capo del Dipartimento Funzione Pubblica.
L’accordo — firmato poco dopo le 18.30 dai segretari generali di CGIL, CISL e UIL — contiene indicazioni precise su vari aspetti: dalla gestione degli orari alle modalità per verificare le presenze, fino alle regole su permessi e mobilità interna. La parola chiave, più volte sottolineata dai negoziatori, è la **flessibilità operativa**. “Non vuol dire lasciare spazio all’arbitrarietà, ma rispondere meglio alle necessità quotidiane dei lavoratori e, soprattutto, dei cittadini”, ha aggiunto **Marta Rosi** della CISL Funzione Pubblica.
## Procedure digitali per tagliare i tempi
Secondo quanto annunciato questa sera dal Ministero per la Pubblica Amministrazione, l’accordo introduce procedure digitalizzate per autorizzazioni e rendicontazioni. Il sottosegretario **Giovanni Villa** ha rimarcato che questo permetterà di ridurre i tempi delle pratiche anche del 30% rispetto a oggi.
Nel dettaglio, si punta a usare piattaforme informatiche uniche per tutte le amministrazioni centrali. Un cambiamento pensato per eliminare “l’inutile ripetizione di passaggi cartacei e l’accumulo di arretrati”, come ha evidenziato un funzionario del MEF.
Tra i temi caldi c’è quello delle **assenze** e dei **permessi**. I sindacati hanno ottenuto tutele più forti contro possibili abusi disciplinari e una maggiore trasparenza nei controlli. Per chi lavora nei servizi essenziali — scuole, ospedali — sarà attivata una corsia preferenziale per le richieste urgenti.
## Tensioni superate sulle valutazioni della produttività
Dopo settimane di trattative serrate — l’ultima sessione è iniziata ieri pomeriggio alle 14 — il clima era teso soprattutto sulla questione della valutazione della produttività. Solo nel tardo pomeriggio è arrivata la svolta: si deciderà che saranno le commissioni interne a definire i criteri, con i dirigenti chiamati a un ruolo di indirizzo ma non esclusivo.
“Abbiamo voluto che ogni lavoratore possa esprimere le proprie esigenze — ha commentato subito dopo l’accordo **Giuliano Santi**, segretario CGIL FP — evitando che queste novità diventino strumenti punitivi”. Parole confermate da altri rappresentanti sindacali, che chiedono controlli costanti sull’efficacia delle nuove regole.
## Partenza graduale ma con obiettivi chiari
L’intesa prevede un’applicazione graduale delle nuove norme: si partirà con alcune amministrazioni pilota come il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps. L’obiettivo è estendere il modello a tutti gli enti entro metà 2026. Tecnici della Funzione Pubblica e rappresentanti sindacali stanno già lavorando insieme per definire entro febbraio il calendario operativo.
Nel documento finale si sottolinea anche l’impegno a fare un monitoraggio ogni tre mesi sull’avanzamento delle misure. Inoltre, si prevede di coinvolgere periodicamente le associazioni degli utenti per capire se davvero la qualità dei servizi migliori.
Qualche dubbio resta invece tra gli osservatori sulla reale applicazione delle novità. Il politologo **Leonardo Tomasi** avverte: “La semplificazione richiede costanza, formazione continua e risorse adeguate. Non sempre le buone intenzioni trovano terreno fertile”. Il governo replica definendo questa intesa “una svolta pragmatica e attesa”.
Solo il tempo dirà se la strada intrapresa porterà davvero a una **Pubblica Amministrazione** più flessibile e vicina ai cittadini o se serviranno aggiustamenti lungo il cammino. Per ora — almeno sulla carta — l’accordo promette tempi più rapidi, meno burocrazia e un dialogo più diretto tra Stato e lavoratori.
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