Agenzia delle Entrate: nuova sostitutiva per redditi da liquidazione di società estera e pensioni estere

Sonia Rinaldi

23 Novembre 2025

Roma, 23 novembre 2025 – Dal 2019 chi percepisce una **pensione dall’estero** e decide di trasferire la propria residenza in un comune del Mezzogiorno italiano può godere di un trattamento fiscale più vantaggioso. Lo stabilisce l’articolo 24-ter del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (**TUIR**), pensato per spingere chi ha lavorato anni all’estero a tornare in Italia. Una misura che ha già convinto centinaia di contribuenti, soprattutto in **Sicilia, Calabria e Puglia**.

## **Pensionati dall’estero, ecco come risparmiare sulle tasse**

L’**articolo 24-ter del TUIR** prevede che i titolari di una **pensione estera** che trasferiscono la residenza in un comune con meno di 20.000 abitanti, in certe regioni del Sud, possano pagare un’imposta fissa ridotta del **7%** su tutti i redditi esteri percepiti – non solo la pensione.

Il vantaggio vale per chi sceglie comuni di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. Per usufruirne è necessario non essere stati residenti fiscalmente in Italia nei cinque anni precedenti il trasferimento. Il regime può durare fino a nove anni consecutivi.

Molti commercialisti segnalano come questa norma sia stata ben accolta da pensionati italiani tornati dalla Svizzera, Germania e Canada e anche da stranieri attratti dal clima e dai costi più bassi della vita. “Stiamo ricevendo molte richieste da chi è partito negli anni ‘60 o ‘70”, spiega Andrea Spagnuolo, commercialista a Cosenza. “Chi rientra punta a località piccole, magari vicino al mare o nell’entroterra, dove si vive meglio rispetto alle grandi città”.

## **Quali redditi rientrano nell’agevolazione**

L’agevolazione fiscale al **7%** non vale solo per le pensioni estere. Include anche altri redditi prodotti fuori dall’Italia: affitti di case, dividendi azionari, interessi bancari e altri guadagni finanziari. Importante: questi redditi non devono derivare da attività svolte in Italia dopo il ritorno.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito (circolare n. 21/E del 2020) che per usufruire dell’agevolazione bisogna indicarlo nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui si cambia residenza fiscale.

Non sono mancati dubbi su cosa significhi davvero trasferire la residenza: basta iscriversi all’anagrafe o serve dimostrare che il centro degli interessi vitali si sposta davvero? L’Agenzia è chiara: il cambio deve essere reale e documentato; una semplice iscrizione anagrafica non basta.

## **Cosa succede nei piccoli comuni del Sud**

Da Ragusa a Crotone fino a Termoli e Barletta molti piccoli centri hanno visto crescere le richieste di residenza da pensionati dall’estero. I dati ISTAT elaborati dall’Osservatorio Nazionale sulle Migrazioni mostrano che nel solo 2023 quasi duemila persone oltre i 65 anni si sono iscritte nelle anagrafi meridionali.

Gli amministratori locali guardano con favore al fenomeno. “Sono tornate famiglie dopo decenni all’estero. Portano nuove energie e risorse”, racconta Mariella Rocca, assessora ai Servizi sociali di Cosenza. Non mancano però problemi: alcuni sindaci segnalano difficoltà nel garantire servizi sanitari e sociali a fronte della domanda crescente.

Le associazioni di categoria sottolineano che i benefici fiscali rappresentano “un’occasione per il territorio”, ma avvertono: serve “rafforzare le infrastrutture” e migliorare i servizi pubblici per mantenere vivo l’interesse verso questi comuni anche sul lungo periodo.

## **Scadenze, limiti e possibili novità**

Il regime agevolato non scatta automaticamente: bisogna scegliere ogni anno l’opzione nella dichiarazione dei redditi. Inoltre – spiegano all’Agenzia delle Entrate – se non si rispettano le condizioni (per esempio se ci si sposta in una grande città o si torna a vivere all’estero) si perde subito il beneficio.

Finora l’impatto sui conti pubblici è stato contenuto – i numeri restano bassi rispetto a chi potrebbe accedere alla norma – ma il Ministero dell’Economia sta valutando di estendere le aree coinvolte e semplificare le procedure per richiedere l’agevolazione.

Al momento nessun cambiamento importante è previsto: rimane tutto come stabilito dalla legge di Bilancio 2019 e dalle circolari successive. Tuttavia il dibattito politico su eventuali aggiustamenti resta aperto, soprattutto considerando l’invecchiamento della popolazione e le esigenze dei piccoli centri, confermano fonti parlamentari della Commissione Finanze.

In sostanza, l’**articolo 24-ter del TUIR** è uno strumento concreto per portare risorse ed esperienza nei territori meno popolati del Sud Italia. Le storie di chi torna dopo decenni all’estero parlano ogni giorno di nostalgia, nuovi ritmi di vita e della voglia di ricominciare da capo.

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