Roma, 19 novembre 2025 ā Ieri lā**Associazione Nazionale Commercialisti** ha presentato al **Consiglio di Stato** un ricorso in appello contro la sentenza del **TAR Lazio** che aveva respinto il loro ricorso sul nuovo **Codice Deontologico** dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, approvato dal Consiglio Nazionale lo scorso 21 febbraio. Una mossa che riapre il dibattito sulle regole della professione e mette in luce le tensioni dentro gli organi rappresentativi del settore.
## Ricorso e motivazioni: lāAssociazione si fa sentire
Gli avvocati dellā**Associazione Nazionale Commercialisti**, guidata da Marco Cuchel, spiegano che il ricorso nasce dalla ānecessitĆ di difendere i diritti degli iscrittiā e di āgarantire un processo decisionale realmente partecipatoā sulla questione deontologica. LāANC contesta, come giĆ aveva fatto davanti al TAR Lazio, alcune procedure adottate dal Consiglio Nazionale durante lāapprovazione del Codice. Secondo loro, non sono stati coinvolti adeguatamente tutti gli organismi territoriali e rappresentativi della categoria.
Il TAR, a fine ottobre, aveva dato ragione al Consiglio Nazionale, considerandone legittimo lāiter. Ma Cuchel insiste: āRestano aperte questioni importanti, sia di merito che di metodo. Serve un esame più approfondito, soprattutto visto il malumore che cresce tra molti professionistiā. Il punto centrale per lāANC ĆØ la trasparenza delle procedure e la possibilitĆ per i singoli iscritti di poter esprimere le proprie osservazioni prima che le norme diventino definitive.
## Una professione in evoluzione sotto la lente
Il **Codice Deontologico**, nella sua versione aggiornata, detta le regole del gioco per lāattivitĆ quotidiana dei commercialisti e degli esperti contabili: come comportarsi con clienti, colleghi e istituzioni. Quando ĆØ stato approvato a febbraio, il presidente del Consiglio Nazionale Elbano de Nuccio lo ha definito āun passo necessario per rispondere alle nuove esigenze della professione e rafforzare la tutela dellāinteresse pubblicoā.
Ma non tutti hanno applaudito. Diverse sigle associative e Ordini locali hanno espresso dubbi sia sul metodo che sui contenuti. Dopo il deposito del ricorso in appello, lāANC ha sottolineato come āalcune disposizioni risultino poco chiare o troppo rigide rispetto al lavoro quotidiano dei professionistiā. Ora spetta al Consiglio di Stato decidere su questi punti ā una decisione che potrebbe richiedere tempo.
## Le reazioni: tra critiche e speranze
Ieri mattina negli uffici di via Flaminia ā sede romana del Consiglio Nazionale ā il nuovo ricorso ha acceso discussioni tra i rappresentanti della categoria. CāĆØ chi parla di ānormale attritoā, quasi inevitabile in una professione vasta e complessa come quella dei commercialisti. Altri temono però che questa vicenda rallenti ancora il percorso verso una disciplina etica più chiara e condivisa.
āServe unitĆ in questo momento delicato,ā ha detto un membro della Commissione Deontologica nazionale, preferendo restare anonimo. āLe regole deontologiche sono alla base della credibilitĆ dei professionisti agli occhi di cittadini e impreseā. Anche nei vari Ordini territoriali si spera in un confronto sereno che chiarisca le regole senza mettere in discussione lāautonomia della categoria.
## Cosa succede adesso: si aspetta la decisione
Lāappello dellā**Associazione Nazionale Commercialisti** sarĆ ora valutato dal Consiglio di Stato, che nei prossimi giorni dovrebbe fissare le udienze. Non ĆØ escluso che vengano ascoltati anche altri soggetti interessati ā una possibilitĆ confermata dagli avvocati dellāANC ā per avere un quadro più completo.
Per ora rimane valido il **Codice Deontologico approvato a febbraio**. Solo dopo la sentenza si potrĆ pensare a eventuali cambiamenti o sospensioni delle norme. Intanto prosegue il dibattito dentro la categoria: cāĆØ chi chiede regole più rigide e chi preferirebbe soluzioni più elastiche. Si gioca cosƬ la partita tra tradizione e rinnovamento, tema sempre presente nelle professioni regolamentate.
Lāesito del ricorso potrebbe avere effetti anche su altri Ordini professionali impegnati ad aggiornare le proprie regole etiche. āIl precedente che si creerĆ avrĆ un impatto concreto,ā avverte un docente di diritto allāUniversitĆ La Sapienza. La categoria resta quindi in attesa: con prudenza, qualche critica e anche qualche spiraglio per un dialogo più aperto nei mesi a venire.