Associazione Nazionale Commercialisti: Lettera Aperta contro il Ricorso al Regolamento Elettorale, La Democrazia Non Si Sospende

Luca Ippolito

21 Novembre 2025

Roma, 10 novembre 2025 – L’**Associazione Nazionale Commercialisti** esprime **forte preoccupazione** dopo la notizia del ricorso presentato contro il nuovo **Regolamento elettorale**, approvato dal Consiglio Nazionale e confermato dal Ministero della Giustizia. Una vicenda che scuote la categoria proprio nel momento in cui si avvicina una fase decisiva per la rappresentanza interna. Nel comunicato diffuso oggi, l’ANC ribadisce con forza un principio chiaro: ā€œ**La democrazia non si sospende mai**ā€. ƈ il titolo e il cuore della lettera aperta, rivolta sia ai colleghi che alle istituzioni di settore.

## **Lo scontro sul regolamento**

Secondo l’Associazione, il nuovo **Regolamento elettorale** nasce da un lungo confronto tra i vari organismi nazionali e con il coinvolgimento diretto del Ministero. L’obiettivo era garantire maggiore trasparenza e rappresentanza all’interno dell’ordine. Ma alcuni commercialisti – non meglio precisati nel comunicato – hanno deciso di contestare le nuove regole, portando la questione davanti ai tribunali competenti. Da via Nomentana, sede dell’ANC a Roma, la presidente **Cinzia De Stefanis** ha voluto rassicurare tutti i professionisti: ā€œ**Ogni cittadino**, come ogni professionista, ha il diritto pieno di rivolgersi alla giustizia se ritiene che i suoi diritti siano stati violati. ƈ un principio fondamentale del nostro Stato di dirittoā€.

## **Tensione interna e reazioni**

L’ANC precisa di rispettare le azioni legittime degli iscritti ma non nasconde la ā€œsorpresaā€ per il momento scelto per presentare il ricorso. La procedura elettorale ĆØ partita dopo vari passaggi formali, condivisi a livello nazionale e con il Ministero della Giustizia. ā€œIl ricorso rischia di creare **incertezza**, proprio quando dentro l’associazione sarebbe necessario un clima di dialogoā€, si legge tra le righe del documento.

Fonti vicine all’associazione parlano di ā€œclima tesoā€, soprattutto tra chi teme che queste contestazioni possano rallentare i processi democratici interni. Secondo quanto raccolto da alanews.it, la paura più grande ĆØ quella di arrivare a un blocco temporaneo delle procedure o, peggio ancora, a una sospensione delle attivitĆ  istituzionali legate al rinnovo degli organi rappresentativi.

## **Un appello alla responsabilitĆ **

L’ANC richiama tutti alla ā€œresponsabilitĆ ā€, sottolineando l’importanza del confronto democratico ma anche del rispetto delle regole comuni. ā€œ**Non possiamo accettare**—si legge nella nota ufficiale—che la discussione interna sfoci in azioni che rischiano di paralizzare gli organi rappresentativiā€. La presidente De Stefanis ha aggiunto ai giornalisti: ā€œ**Dobbiamo dare esempio di civiltĆ  giuridica e rispetto reciproco**, anche quando le opinioni sono lontaneā€.

Nella lettera aperta si ribadisce come ogni iniziativa giudiziaria debba puntare a migliorare il funzionamento dell’associazione, non a bloccarla. E si insiste su una ā€œnecessitĆ  di coesioneā€ che ora viene messa in discussione dalle azioni legali. ā€œ**Non serve alimentare tensioni**, soprattutto in una fase delicata per la categoriaā€, conclude il comunicato.

## **Cosa succede ora**

Il Ministero della Giustizia per ora non commenta ufficialmente, confermando solo che il nuovo regolamento ha superato tutti i controlli previsti. Intanto tra i commercialisti romani la discussione ĆØ accesa: molti chiedono chiarezza sulle ragioni del ricorso e su cosa potrebbe significare per la futura rappresentanza. Secondo fonti interne, decisiva sarĆ  l’assemblea nazionale prevista entro fine mese per definire la posizione della categoria.

Fino a quando le autoritĆ  giudiziarie non si pronunceranno, l’Associazione resta ferma sulla sua linea: ā€œLa democrazia non si sospende maiā€, ripetono dal direttivo. Solo mettendo sul tavolo tutte le posizioni si potrĆ  superare questa crisi senza mettere a rischio l’equilibrio istituzionale e le regole condivise.

La vicenda resta aperta. Dietro ai toni ufficiali si percepisce una preoccupazione sincera: tutelare il pluralismo senza però rinunciare a un sistema ordinato e condiviso che garantisca agli oltre 70mila commercialisti italiani una rappresentanza efficace e legittima.

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