Roma, 23 novembre 2025 – La **Corte di Cassazione** ha messo un punto fermo con una sentenza appena depositata a Palazzo Cavour: non tutte le condotte contestate possono essere considerate **abuso del diritto**. Il verdetto, atteso da tempo nei corridoi della giustizia, chiude un procedimento iniziato due anni fa nella Capitale. Al centro c’è una disputa tra un privato e l’amministrazione finanziaria.
## **Il caso che ha acceso la Corte**
Tutto parte nel 2023, quando l’Agenzia delle Entrate contesta a **Giuseppe Leoni**, imprenditore romano, un’operazione giudicata come “scorciatoia” sulle norme che regolano le agevolazioni fiscali. Leoni, tramite una società veicolo, avrebbe effettuato una serie di movimenti per ottenere benefici tributari ritenuti indebiti dall’ufficio. Per l’amministrazione si tratta di **abuso del diritto**: atti formalmente leciti ma senza una vera sostanza economica, fatti solo per sfuggire al fisco.
La difesa di Leoni ha sempre ribadito la correttezza delle mosse: “Abbiamo agito nel rispetto della legge”, ha detto l’avvocato Francesca Chiari uscendo dall’aula della Suprema Corte martedì mattina poco prima delle 12. “Non c’era alcuna volontà di truffare o evadere”. Parole che avevano già trovato qualche eco favorevole in appello.
## **Cosa dice davvero la Cassazione**
Nelle oltre trenta pagine di motivazione, i giudici della **sezione tributaria** sottolineano un punto fondamentale: senza prove concrete che dimostrino artificiosità o mancanza di sostanza economica, non si può parlare di abuso del diritto. “Solo quando si tratta di operazioni senza reale motivazione economica e pensate solo per ottenere un vantaggio fiscale”, si legge all’inizio della sentenza, “l’abuso può essere ipotizzato”.
In pratica, spiega il relatore Alberto Scipioni, non è illecito ogni comportamento che conviene fiscalmente. Serve qualcosa in più: la prova che si stia forzando la norma con l’unico scopo di evadere. E qui quel “quid pluris” non c’è.
## **Dove sta il limite dell’abuso**
La sentenza arriva in un momento in cui la giurisprudenza cerca un equilibrio tra tutela del fisco e certezza per i contribuenti. Il concetto di **abuso del diritto** è stato spesso al centro di dibattiti e sentenze altalenanti. La Cassazione con questo verdetto ribadisce una cosa chiara: l’abuso è un’eccezione, da usare con molta attenzione per non mettere in difficoltà chi paga le tasse.
Un passaggio del testo lo spiega bene: “Usare l’abuso in modo indiscriminato creerebbe un clima di incertezza intollerabile fra fisco e cittadino”. E ancora: “Ogni caso va valutato da vicino, distinguendo tra vera elusione e scelte legittime basate su ragioni imprenditoriali”.
## **Le reazioni dietro le quinte**
Nei corridoi della Cassazione avvocati e consulenti tributari hanno accolto con favore questa decisione che “fa chiarezza”, come sottolinea il professor Giorgio Rametta dell’Università Roma Tre. “Questa sentenza – aggiunge – segna una svolta importante perché delimita meglio cosa si intende per abuso del diritto”.
Dal lato dell’Agenzia delle Entrate invece nessun commento ufficiale sul merito. Si parla solo di “pieno rispetto per le decisioni della giustizia”. Ma fonti interne fanno capire che le motivazioni saranno studiate con attenzione per orientare i futuri controlli.
## **Cosa cambia per chi paga le tasse**
Per cittadini e imprese coinvolti in casi simili questa pronuncia rappresenta un punto di riferimento importante. Lo studio legale Marini, che segue diversi procedimenti analoghi, sottolinea come ora sarà più difficile contestare l’abuso senza prove solide. Le operazioni andranno valutate secondo le loro vere ragioni economiche e non sulla base di automatismi.
I giudici ricordano però che il fisco resta libero di intervenire se emergono frodi o artifici veri. Solo allora scatteranno sanzioni e recuperi. Un segnale forte verso più chiarezza e sicurezza tra Stato e contribuente.
Così, nelle aule silenziose della Suprema Corte, la giurisprudenza avanza ancora sul filo sottile che separa gli interessi dell’erario dal diritto dei cittadini a vedere rispettata la legge.