Cessione terreno a prezzo inferiore alla perizia: confermata validità secondo giurisprudenza e Agenzia delle Entrate

Sonia Rinaldi

20 Novembre 2025

Roma, 20 novembre 2025 – È ormai un dato consolidato che, in caso di **incertezze sulla normativa fiscale**, si debba privilegiare l’**interpretazione più favorevole al contribuente**. Questo principio, che ha preso piede nella **giurisprudenza italiana**, trova applicazione costante anche nella **prassi dell’Agenzia delle Entrate**. Nonostante ciò, resta ancora aperto il dibattito, come emerso ieri durante una tavola rotonda all’Ordine dei Commercialisti di via Palestro a Roma. Gli operatori continuano a chiedersi: quanto tutela offre davvero questo orientamento? E come si traduce nella pratica di professionisti e imprese?

## **Favor rei fiscale: tra storia e applicazioni pratiche**

Il cosiddetto “**favor rei fiscale**” stabilisce che, quando la legge è **confusa o difficile da interpretare**, vada scelta la lettura più vantaggiosa per il contribuente. Non è scritto nero su bianco nel Testo unico delle imposte sui redditi, ma la Corte di Cassazione – con sentenze come la n. 21574 del 2017 – e più recentemente la Corte costituzionale hanno fatto chiarezza in tal senso. “Ormai non si può più fare finta di niente: chi paga le tasse deve essere tutelato, soprattutto quando la legge è ambigua”, ha sottolineato il consigliere Carlo Lupi durante il confronto.

Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha adottato questo approccio nelle sue circolari e risoluzioni. La circolare 34/E del 2012 invita esplicitamente gli uffici a scegliere soluzioni meno gravose per i contribuenti in caso di dubbi, senza però stravolgere il senso generale della norma.

## **Cosa cambia per chi lavora sul campo**

Per commercialisti e consulenti fiscali, il “favor rei” non è solo un concetto astratto. Molti lo vedono come un vero punto di riferimento. “Se la legge lascia due strade possibili, noi dobbiamo indicare quella meno penalizzante”, spiega Riccardo Fiorini, tributarista romano che assiste piccole imprese nell’area industriale Tiburtina. Ma la strada non è sempre in discesa. “A volte arriva un accertamento anche dopo mesi dalla dichiarazione, proprio su interpretazioni diverse – aggiunge Fiorini – tuttavia le sentenze recenti ci danno strumenti per difendere meglio i clienti”.

Nei tribunali tributari questo principio viene spesso usato per annullare sanzioni legate a errori materiali o a dubbi normativi. A Milano, ad esempio, una società è stata scagionata da una multa superiore agli 80mila euro perché la norma contestata era troppo vaga: “Se la legge non è chiara, il contribuente non deve pagare il prezzo”, ha scritto il giudice.

## **L’Agenzia delle Entrate tra buone intenzioni e realtà**

Nonostante l’attenzione crescente verso il favor rei fiscale, l’applicazione pratica non è sempre uniforme negli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Fonti interne sentite ieri da alanews.it raccontano di un ampio margine di discrezionalità. “Cambia molto da regione a regione e persino da ufficio a ufficio”, spiega un dirigente della direzione centrale in piazza Mastai. “In alcune province si tende a favorire il contribuente; in altre prevale un approccio più rigido”.

Anche l’Associazione nazionale dei commercialisti chiede maggiore chiarezza e uniformità: “Serve una linea unica su tutto il territorio per evitare disparità e garantire certezza del diritto”, ha detto il presidente Marco Cucculelli.

## **La Corte Costituzionale fa sentire la sua voce**

Un passo decisivo è arrivato dalle recenti sentenze della **Corte Costituzionale**, come la 110 del 2023, che hanno rafforzato il principio del favor rei anche nel campo fiscale. La Consulta ha stabilito che se una norma presenta dubbi insanabili, bisogna scegliere sempre l’interpretazione più favorevole al contribuente. Un indirizzo accolto con interesse dagli esperti presenti ieri a Roma: “Potrebbe diventare un punto di riferimento stabile per tutta l’amministrazione”.

Resta però vivo il problema delle differenze pratiche nell’applicazione durante controlli e accertamenti.

## **Guardando avanti: tra riforme necessarie e quotidianità complicata**

Secondo dati forniti dall’Ordine dei Commercialisti di Roma, circa un terzo dei contenziosi tributari dello scorso anno ha visto riconosciuto almeno in parte questo principio del favor rei. Le associazioni chiedono ora una legge chiara che metta nero su bianco ciò che oggi resta affidato solo alla prassi e ai giudici. Nel frattempo contribuenti e professionisti devono fare i conti con regole spesso poco lineari e con possibili contestazioni.

Rimane aperto quel dubbio emerso ieri durante il dibattito: “Fino a che punto possiamo fidarci delle interpretazioni favorevoli se poi ogni ufficio fa storia a sé?” Per ora le risposte arrivano più dai tribunali che dal legislatore. Solo il tempo ci dirà se questa prassi diventerà davvero una certezza per tutti i contribuenti italiani.

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