Roma, 20 novembre 2025 – In tema fiscale, un **principio ormai consolidato dalla giurisprudenza** trova oggi conferma anche nella prassi dell’**Agenzia delle Entrate**, segnando una tappa importante nell’interpretazione delle regole tributarie. Si parla della possibilità, per il contribuente, di far valere nuove circostanze e motivazioni durante l’accertamento e nel contenzioso successivo. Una novità che impatta concretamente su migliaia di casi ogni anno.
## **Cassazione: più spazio per difendersi fino all’ultimo**
Le sentenze più recenti della **Corte di Cassazione**, uscite tra il 2023 e il 2024, hanno chiarito che il contribuente può presentare nuove argomentazioni e prove anche nelle fasi più avanzate della procedura fiscale. Si tratta di un cambio di passo rispetto alle incertezze passate, che ha ridefinito i limiti tra diritto di difesa e scadenze temporali. La sezione tributaria della Suprema Corte sottolinea come “il rispetto del contraddittorio sia una garanzia imprescindibile”. Un principio accolto con favore dalle associazioni di categoria.
Per chi lavora nel settore, questa apertura amplia le possibilità di intervento e permette di correggere errori o dimenticanze senza rischiare decadenze ingiustificate. “È una svolta importante”, dice **Giulia Marini**, fiscalista romana. “Ora i nostri clienti possono rimediare a passi falsi senza troppi rischi”. Il dibattito si è acceso soprattutto dopo la sentenza n. 28875/2024, che ha ribadito il principio anche davanti a irregolarità formali negli atti difensivi.
## **L’Agenzia delle Entrate si adegua: istruzioni chiare agli uffici**
Non solo i giudici: anche la **prassi amministrativa** si sta adeguando. Negli ultimi mesi sono arrivate diverse risoluzioni e circolari dalla **Direzione Centrale Normativa** dell’Agenzia – l’ultima risale a ottobre 2025 – che abbracciano questo orientamento. Il documento diffuso agli uffici territoriali è chiaro: “Le richieste del contribuente vanno esaminate attentamente in ogni fase”. Una circolare interna invita i funzionari a verificare sempre se le motivazioni siano nuove o già valutate in precedenza.
Questo cambio non è passato inosservato. Fonti sindacali riferiscono che molti dirigenti locali hanno chiesto chiarimenti per evitare confusione o rallentamenti nei controlli. Secondo **Alberto Farina**, responsabile territoriale del comparto Entrate a Milano, “c’è il rischio concreto che i tempi si allunghino”. Ma – aggiunge Farina – “la tutela dei diritti resta comunque la priorità”.
## **Contribuenti e professionisti al lavoro su nuove strategie**
Sul campo, **contribuenti** e consulenti stanno adattando le strategie difensive. Se prima contava molto la tempestività degli atti, oggi pesa l’attenzione alle motivazioni e alla completezza delle argomentazioni. In molti casi, specie nei contenziosi su imposte dirette e IVA, questa flessibilità permette di correggere omissioni che un tempo avrebbero compromesso l’intera posizione.
“Solo così si capisce davvero quanto pesano le nuove regole”, osserva **Luca Di Matteo**, tributarista tra Napoli e Salerno. Le commissioni tributarie regionali segnalano già un aumento negli allegati presentati poco prima delle udienze: bilanci aggiornati, contratti nuovi, scambi con clienti esteri. Un cambiamento che sta influenzando i tempi delle decisioni e il modo in cui vengono esaminati i fascicoli.
## **Attenzione ai rischi: giustizia tributaria sotto pressione**
Non mancano però le preoccupazioni. Alcuni osservatori – compreso il **Consiglio Nazionale dei Commercialisti** – temono un effetto a catena sui tempi della giustizia tributaria. Se ogni nuova difesa venisse accolta senza limiti, si rischierebbe un sovraccarico dei ruoli processuali. L’Agenzia delle Entrate però tiene il punto: “Seguire la giurisprudenza rafforza la certezza del diritto”, ha detto un portavoce a Roma ieri.
Il quadro resta in evoluzione: nei prossimi mesi sono attese altre indicazioni da parte della Cassazione e degli organi centrali dell’amministrazione fiscale. Per questo la materia è al centro dell’attenzione degli addetti ai lavori. Al momento, il nuovo **principio giuridico** segna una vera svolta nel rapporto tra cittadino e fisco italiano, con effetti già evidenti negli uffici locali e nelle aule giudiziarie sparse per il Paese.