Roma, 1 dicembre 2025 – L’opzione tardiva per il regime fiscale può essere esercitata anche oltre i termini previsti, a patto che le parti coinvolte abbiano sempre agito in modo coerente con quel regime. Lo ha chiarito una recente risposta dell’Agenzia delle Entrate, arrivata dopo un interpello presentato da una società romana del settore servizi. Una decisione che fa luce su un tema che, soprattutto nei mesi di chiusura dell’anno fiscale, ha spesso generato dubbi e richieste di chiarimenti.
Agenzia delle Entrate: ok all’opzione tardiva se i comportamenti sono stati sempre coerenti
L’Agenzia delle Entrate spiega che la possibilità di fare l’opzione tardiva non dipende solo dal presentare in tempo la dichiarazione, ma soprattutto da come si sono comportati contribuente e controparte nel tempo. Insomma, anche se la scelta formale arriva in ritardo, può essere comunque accettata se le parti si sono sempre regolate secondo le norme del regime fiscale scelto.
Il tema riguarda tante aziende, soprattutto quelle che per distrazione o errore non hanno formalizzato entro i termini l’adesione a regimi agevolati come il regime di trasparenza o quello delle Siiq. È proprio questo il caso della società che ha fatto l’interpello: ogni anno ha rispettato tutti gli obblighi, dalle dichiarazioni ai pagamenti.
Dichiarazione sostitutiva: il trucco per sanare l’omissione
Nell’atto pubblicato dall’Agenzia si legge che “l’opzione deve risultare da un comportamento chiaro e coerente con la volontà di aderire al regime”. Qui entra in gioco la cosiddetta dichiarazione sostitutiva, spesso trascurata ma fondamentale per correggere la mancata comunicazione formale.
Questo passaggio è importante: grazie alla dichiarazione sostitutiva l’azienda può comunque ottenere i vantaggi del regime fiscale scelto, purché dimostri di aver sempre agito nello stesso modo. Il punto è che non deve esserci mai stata una rottura – nemmeno momentanea – nelle regole seguite: pagamenti corretti, comunicazioni puntuali e applicazione precisa delle norme.
Chi può davvero usare l’opzione tardiva?
Non tutti però possono contare su questa possibilità. L’Agenzia fa sapere che l’opzione tarda è ammessa solo se c’è prova chiara della volontà e della coerenza operativa tra le parti. Se emergono anomalie – per esempio regole applicate a spizzichi e bocconi o comunicazioni incomplete – allora niente via libera.
Un caso concreto riguarda le società nel regime di trasparenza fiscale: se amministratori e soci hanno operato sempre secondo le regole (divisione degli utili, versamenti proporzionati), anche se hanno dimenticato di inserire formalmente l’opzione nella dichiarazione possono comunque vedere riconosciuto il regime con effetto retroattivo. “Serve però dimostrare che non c’è mai stato un momento di incertezza o doppio regime”, ha spiegato un funzionario dell’Agenzia coinvolto nella vicenda.
Cosa cambia per le aziende e i controlli futuri
Questa apertura dell’Agenzia delle Entrate dà un po’ più di respiro, ma alza anche l’asticella sulle responsabilità delle imprese e dei loro consulenti. In caso di controllo sarà indispensabile mostrare tutti i documenti che provano la coerenza nei comportamenti e la continuità nel tempo. Se mancano prove precise, la richiesta d’opzione tardiva rischia di saltare.
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ha commentato positivamente: “È una soluzione di buon senso”, ha detto ieri il presidente Elio Rossi. “Permette di correggere errori formali finché non ci siano tentativi di elusione”. Ma proprio questo episodio sottolinea quanto sia vitale tenere tutto in ordine: ogni ricevuta, ogni versamento può diventare decisivo per far valere il diritto all’opzione.
Verso il 2026: cosa fare subito
Questa nuova interpretazione potrebbe interessare molte imprese già alle prossime scadenze fiscali del 2026. Gli esperti suggeriscono – con la stagione dei bilanci alle porte – di controllare bene come ci si è mossi nell’anno e preparare eventuali dichiarazioni integrative o sostitutive per mettere al sicuro la posizione fiscale.
Non si può più andare avanti a fidarsi della routine: ogni passo deve essere tracciato, specie se arrivano verifiche incrociate. L’Agenzia lo ripete con chiarezza: “Comportamento coerente, documentazione precisa e niente zone d’ombra”. Solo così l’opzione tardiva verrà accettata senza problemi.