Roma, 23 novembre 2025 – «**La correzione deve essere fatta entro la data di approvazione del bilancio successivo**»: questa frase, ormai diventata un mantra tra chi lavora nelle aziende italiane e negli studi professionali, riecheggia da settimane in riunioni e corridoi. La regola, contenuta in varie norme – dal Codice Civile ai principi contabili nazionali e internazionali – fissa un limite preciso per correggere errori, imprecisioni o omissioni che emergono nel bilancio annuale. Ma cosa vuol dire davvero? E quali sono le conseguenze pratiche per società, revisori e controllori?
## **Scadenze e regole: cosa prevede la norma**
Il termine “**entro la data di approvazione del bilancio successivo**” non è scelto a caso. A spiegare il senso sono fonti vicine al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti: da un lato serve a dare alle imprese il tempo per correggere eventuali errori materiali o formali scoperti dopo aver depositato il bilancio. Dall’altro impedisce che si continui a rivedere i dati all’infinito, mettendo in dubbio la solidità delle informazioni contabili. In pratica: se si trova un errore nel **bilancio d’esercizio** durante l’anno seguente – ma prima dell’assemblea chiamata ad approvare il nuovo bilancio – l’azienda può ancora intervenire. Deve però registrare la rettifica tra le scritture contabili e darne conto nella nota integrativa. Passata quella data – cioè dopo l’ok ufficiale al nuovo rendiconto – non si può più tornare indietro.
## **Come si muovono le aziende e chi controlla**
Per le società, specie quelle medio-grandi, non basta rispettare i tempi: bisogna anche seguire bene le procedure di correzione. Gli **organi di controllo** – sindaci, revisori e comitati interni – devono assicurarsi che ogni modifica sia ben documentata e trasparente. “Quando la correzione riguarda cifre importanti – spiega il commercialista romano Fabrizio Tedeschi – è fondamentale spiegare bene il perché nella relazione sulla gestione, allegando anche pareri di esperti esterni se serve”. Questa prassi aiuta a evitare problemi più avanti, come contestazioni da azionisti o addirittura interventi della giustizia.
## **Errori materiali o sostanziali: cosa cambia**
Non tutti gli errori sono uguali. Si parla di errori materiali quando si tratta di semplici sbagli numerici, trascrizioni sbagliate o dati inseriti male. Più complicati sono invece gli **errori sostanziali**, quelli legati a valutazioni sbagliate di crediti, immobilizzazioni o fondi rischi. La differenza non è solo teorica: influisce sul modo in cui l’azienda deve comunicare la correzione e sull’effetto che questa ha sull’immagine reale della situazione patrimoniale. “Se l’errore cambia molto il risultato d’esercizio – aggiunge Tedeschi – potrebbe servire una comunicazione più dettagliata agli azionisti o addirittura ripubblicare il bilancio”.
## **Aspetti legali e possibili problemi**
Dal punto di vista legale resta centrale l’articolo 2423 del Codice Civile, che dice chiaramente come il bilancio “debba essere redatto con chiarezza e rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria”. Correggere gli errori in tempo non è solo una formalità tecnica: è una tutela per tutti quelli coinvolti nella vita della società. Non mancano però i casi di contenziosi: spesso piccoli azionisti hanno contestato correzioni fatte troppo tardi o non fatte affatto. In tribunale, insomma, quello che conta davvero è quando l’assemblea ha approvato il nuovo bilancio.
## **Cosa ci aspetta e opinioni dagli esperti**
Guardando al futuro si parla di rendere più uniforme la normativa tra aziende quotate e non quotate. Alcune ricerche promosse da Assonime e Consob mettono in luce ancora differenze nell’applicazione delle regole fra grandi gruppi internazionali e piccole realtà locali. Nel frattempo, fonti vicine al Ministero dell’Economia sottolineano che “le linee guida restano quelle del diritto societario nazionale”, senza cambiamenti legislativi all’orizzonte.
Resta quindi cruciale il lavoro di chi tiene d’occhio i numeri – dagli amministratori ai sindaci fino ai revisori esterni – perché solo una gestione attenta dei tempi e delle procedure può assicurare che si applichi bene la regola: **la correzione deve essere fatta entro la data di approvazione del bilancio successivo**. Un dettaglio tecnico ma che incide ogni giorno sulle decisioni delle imprese italiane.