Dl Concorrenza 2025: Commercialisti in Allarme Contro l’Estensione delle Attività Professionali che Minaccia la Fede Pubblica

Luca Ippolito

27 Novembre 2025

Roma, 1 ottobre 2025 – Questa mattina l’**Associazione Nazionale Commercialisti** ha lanciato un forte segnale d’allarme sulle proposte contenute nel **disegno di legge annuale sulla concorrenza**, ora all’esame della **9ª Commissione del Senato**. Secondo i commercialisti, gli emendamenti che prevedono di allargare le attività professionali rischiano di mettere a rischio la **tutela della fede pubblica** e di squilibrare i rapporti tra le diverse categorie di professionisti.

## **Commercialisti in allarme: a rischio la fiducia pubblica**

Il nodo della discordia riguarda alcune modifiche che vorrebbero permettere a operatori di svolgere atti finora riservati a professionisti specifici. In sostanza, gli emendamenti – che saranno discussi nelle prossime settimane – potrebbero affidare ai commercialisti funzioni tipiche di altre categorie regolamentate. Una questione tecnica ma che potrebbe avere pesanti ripercussioni pratiche. “**La garanzia della fede pubblica non si può sacrificare per motivi di concorrenza**”, ha detto Marco Cuchel, presidente dell’associazione, durante un incontro in via XX Settembre.

Le sue parole riflettono un malumore diffuso già da giorni negli studi professionali di Roma e Milano. “Non possiamo permettere che l’apertura del mercato si traduca in un indebolimento delle tutele legali”, ha aggiunto Cuchel, ricordando come in gioco ci sia la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

## **Emendamenti sotto la lente: quale futuro per le professioni?**

Il **disegno di legge sulla concorrenza**, appuntamento fisso ogni anno in Parlamento, è arrivato in Senato a metà settembre e da allora è stato investito da una valanga di emendamenti provenienti dai vari partiti. Alcuni di questi – evidenziano i commercialisti – puntano ad allargare le competenze dei professionisti iscritti ad altri albi, aprendo così scenari difficili da controllare.

Fonti parlamentari vicine alla Commissione indicano che la discussione degli articoli più “caldi” dovrebbe svolgersi tra il 7 e il 14 ottobre. Nel frattempo, le principali associazioni professionali stanno organizzando incontri con senatori e tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico. “**Non siamo contro una modernizzazione delle regole**”, spiegano da Palazzo Madama. “Ma bisogna rispettare le peculiarità di ogni categoria”.

Tra le proposte più controverse spunta l’ipotesi che i commercialisti possano autenticare atti o svolgere funzioni finora appannaggio dei notai, almeno in certi casi. “Così si rischia – osserva un funzionario dell’Ordine dei Notai – di creare confusione sia tra i cittadini sia tra i professionisti stessi”.

## **Politica e categorie: uno scontro ancora aperto**

La partita parlamentare si preannuncia delicata. Nei corridoi del Senato si scambiano opinioni diverse tra i protagonisti della vicenda. Dal Partito Democratico arriva una prima apertura: “La concorrenza è importante – dice il senatore Giuseppe Lanzi – ma non deve compromettere le garanzie giuridiche”. Da Forza Italia invece si preferisce andare con cautela: “Serve ascoltare tutte le parti”, commenta un esponente del gruppo.

Non sono solo i commercialisti a mostrare timori per possibili effetti negativi. Anche avvocati e consulenti del lavoro hanno espresso dubbi sulle modifiche in cantiere, sottolineando come il sistema professionale italiano poggi su regole chiare e una divisione delle responsabilità maturata nel tempo.

## **Garanzie e qualità: il cuore della questione**

Al centro delle critiche c’è la convinzione che l’**allargamento delle competenze professionali** non possa avvenire senza assicurare elevati standard formativi e controlli rigorosi. “**Ogni professione ha le sue caratteristiche**, frutto di anni di studio e lavoro sul campo”, ricorda ancora Cuchel. Per l’Associazione Nazionale Commercialisti una regolamentazione troppo larga rischierebbe di abbassare la qualità complessiva dei servizi offerti ai cittadini.

Il Ministero dello Sviluppo Economico, interpellato sull’argomento, conferma che il confronto in commissione è ancora aperto e nessuna decisione definitiva è stata presa sugli emendamenti più contestati.

Nel frattempo, tra via XX Settembre a Roma e piazza delle Cinque Giornate a Milano si susseguono riunioni tra commercialisti, avvocati e notai. Tutti cercano di far valere le proprie ragioni davanti ai relatori della legge. “**Solo il rispetto reciproco fra le professioni può garantire la fiducia nel Paese**”, ha sintetizzato un rappresentante degli avvocati uscendo dalla commissione.

Il dibattito resta acceso. Il prossimo passaggio sarà decisivo per capire se il Parlamento riuscirà a trovare un equilibrio tra la spinta alla **concorrenza** e la necessità di tutelare la **fede pubblica**.

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