Errori nel Quadro P: Dichiarazione Integrativa Valida Solo per il Ricalcolo del Reddito CPB

Sonia Rinaldi

16 Dicembre 2025

Roma, 16 dicembre 2025 – Il reddito CPB, l’aiuto economico per le famiglie in difficoltà, continuerà a essere calcolato sui dati iniziali se non si verifica la decadenza del beneficio. Questa precisazione arriva dopo una serie di richieste di chiarimento arrivate in questi giorni agli sportelli dei CAF e agli uffici INPS, a seguito delle nuove disposizioni sul sostegno economico.

Reddito CPB: cosa succede quando scatta la decadenza

Il punto centrale riguarda proprio la decadenza del reddito CPB. Se chi lo riceve perde i requisiti — per esempio a causa di cambiamenti nel lavoro, nel patrimonio o nella situazione anagrafica — il sussidio viene sospeso e il calcolo viene rifatto secondo le regole aggiornate al momento della nuova richiesta. Se invece la posizione resta valida, senza eventi che portino alla decadenza, l’INPS continua a usare i dati forniti all’inizio del periodo di erogazione.

“La legge è molto chiara,” spiega un funzionario INPS di via Quintavalle. “Se non ci sono motivi per revocare il beneficio, i parametri ISEE e gli altri dati restano quelli dichiarati all’inizio. Non si fanno ricalcoli automatici finché non ci sono cambiamenti importanti nella situazione familiare o patrimoniale.”

Beneficiari: restano validi i dati presentati all’avvio

Nelle ultime settimane, dopo una circolare diffusa dall’Istituto, molti beneficiari si sono chiesti se fosse necessario aggiornare la loro situazione durante il periodo in cui percepiscono il reddito. In realtà, precisa l’INPS, non bisogna inviare aggiornamenti spontanei se non ci sono variazioni che portano alla decadenza o alla revisione della pratica.

“Abbiamo ricevuto parecchie chiamate,” racconta Stefania Valenti del CAF CISL di Ostiense. “Molte famiglie temevano di dover presentare ogni anno una nuova DSU o aggiornare l’ISEE mentre percepiscono il reddito CPB. Non è così: fino a quando non cambia niente di rilevante, i dati rimangono quelli iniziali.”

Solo se succede qualcosa che fa perdere i requisiti — come un nuovo lavoro, un cambio di residenza fuori dal nucleo familiare oppure una variazione significativa del patrimonio — allora si deve fare una nuova verifica e potrebbe esserci un ricalcolo dell’aiuto.

Le regole INPS e cosa significa per chi riceve il sussidio

L’INPS, con una nota pubblicata l’11 dicembre sul proprio sito, ha ribadito che il sostegno continua come previsto dalla legge. Finché la famiglia non comunica cambiamenti importanti o finché l’Istituto non rileva anomalie con controlli incrociati tra banche dati fiscali e anagrafiche, il reddito CPB resta basato sui dati certificati all’inizio.

“La procedura dà anche un po’ di tranquillità ai beneficiari,” aggiunge Valenti. “Chi ha paura di sanzioni o richieste di restituzione può stare sereno: l’INPS interviene solo se trova discrepanze serie tra quanto dichiarato e quanto emerge dai controlli.”

Non ci sono controlli automatici periodici sull’ISEE se non arrivano segnalazioni particolari. Rimane comunque possibile aggiornare volontariamente i dati se si notano cambiamenti che possono influire sul diritto al sussidio.

Quando serve fare una nuova domanda

Se si perde il diritto e scatta la decadenza, bisogna presentare un’altra domanda per tornare ad avere il reddito CPB. In questo caso, il calcolo sarà fatto con i dati aggiornati relativi al nuovo ISEE, ai componenti della famiglia e ai redditi recenti o aggiuntivi.

Secondo le prime stime dell’Ufficio studi INPS, su oltre 900mila pratiche attive ogni anno poco più del 12% viene rivisto per perdita dei requisiti o controlli successivi. Una quota stabile rispetto agli anni scorsi.

Consigli degli esperti ai cittadini

Gli operatori consigliano ai cittadini di fare attenzione soprattutto ai cambiamenti nel nucleo familiare — matrimoni, nascite, trasferimenti — e a nuovi redditi che entrano in gioco. In caso di dubbi conviene rivolgersi a un CAF o usare i servizi online dell’INPS per controllare la propria posizione.

“Non c’è motivo di preoccuparsi,” conclude Valenti. “Se non è successo niente rispetto a quando avete fatto domanda, il beneficio continua senza problemi.”

In sintesi: il reddito CPB resta legato ai dati originali fino a quando chi lo riceve non segnala modifiche importanti o finché l’ente non interviene d’ufficio. Nessuna revisione automatica senza decadenza: questo è quello che ha rassicurato tanti beneficiari in queste ultime settimane dell’anno.

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