Come possiamo sostituire la merce difettosa, dopo un acquisto in un negozio? Ecco come dobbiamo comportarci.
Sicuramente, a tutti noi è capitato più di una volta di dover cambiare della merce acquistata in negozio e non conoscere precisamente tutte le normative e le regole a riguardo.
Una delle preoccupazioni più frequenti è quella di conservare lo scontrino dell’avvenuto pagamento, dal momento che molto spesso questo viene smarrito o gettato, non pensando di dover poi effettuare un cambio. E nel caso il titolare o il dipendente del negozio non ci conoscano personalmente, può essere difficile anche ottenere la sostituzione della merce, dovendo provare di averla acquistata nel loro negozio.
La soluzione migliore è quella di studiare attentamente tutti i diritti dei consumatori, per essere pronti in ogni situazione a sapere cosa possiamo e non possiamo fare e per non lasciarci intimidire da persone che magari ne sanno meno di noi. Dunque, adesso vi spiegheremo come dobbiamo comportarci in caso di cambio della merce in negozio e fino a quando la sostituzione è possibile.
Il cambio della merce difettosa è un diritto del consumatore
Proprio così, non dobbiamo avere timore di chiedere la sostituzione di un prodotto in un negozio, infatti i consumatori hanno il diritto sia di cambiare la merce sia di ottenere un rimborso, in caso di ripensamento o difetto di fabbrica.
In caso di imperfezioni che impediscono l’utilizzo del prodotto o ne diminuiscono il valore, come ad esempio una TV che non si accende o una capo di abbigliamento macchiato, la legge prevede una garanzia di 2 anni, riducibile ad 1 anno se la merce è usata. Per attivare questa garanzia legale, è necessario denunciare il difetto al commerciante entro due mesi dalla scoperta, non dall’acquisto.
In presenza di difetti della merce, il consumatore ha diritto alla sostituzione se il prodotto non può essere riparato mentre se la riparazione e la sostituzione non sono convenienti per il cliente e il venditore, allora si può procedere ad una riduzione del prezzo o alla definitiva conclusione del contratto, con la restituzione del prodotto e il rimborso totale.
Se i prodotti sono stati acquistati in buono stato e sono idonei all’uso, il consumatore non ha il diritto di effettuare il cambio ma è il commerciante che può effettuare la sostituzione a sua discrezione anche per motivi diversi dai difetti di fabbrica, come ad esempio per un cambio di taglia o un ripensamento, stabilendo precise tempistiche e modalità.
Generalmente, i negozi concedono 14 giorni di tempo per il cambio della merce, evitando di sostituire abbigliamento intimo e costumi da bagno per motivi igienici e merce in saldo, per motivi economici. Nel caso di merce da riparare o sostituire con garanzia legale per difetti del prodotto, la presenza dello scontrino per il cambio non è obbligatoria. Infatti, si possono presentare altre prove di acquisto, come pagamenti con carte di credito o anche testimonianze.
Se invece la merce non presenta vizi, allora è necessario attenersi alle regole del negozio. Abitualmente, il venditore chiede lo scontrino per evitare errori o perdite di tempo ma spesso i titolari dei negozi piccoli che si ricordano dei propri clienti concedono il cambio, anche senza l’esibizione dello scontrino.