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Il presidente ANC svela le nuove strategie in un’intervista esclusiva a Mediaset TGCOM24

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Franco Sidoli

Milano, 12 settembre 2025 – Questa mattina, in diretta su Mediaset Tgcom24, il presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Marco Cuchel, è intervenuto per commentare la proposta di riforma dell’ordinamento dei commercialisti, un tema che nelle ultime settimane ha acceso il dibattito tra professionisti e istituzioni. L’intervista, trasmessa alle 9.30 dagli studi di Cologno Monzese, ha messo in luce punti concreti sulle prospettive della categoria e sulle questioni ancora aperte.

La riforma che può cambiare il volto dei commercialisti

Cuchel ha spiegato che la riforma, attesa da anni e ora all’esame del Parlamento, punta a ridefinire il ruolo e le competenze dei commercialisti nel sistema economico italiano. “Questo passaggio può segnare una vera svolta per la nostra professione”, ha detto, sottolineando come sia “necessario aggiornare l’ordinamento per rispondere alle esigenze di mercato e cittadini”.

Il testo, ancora in discussione nelle commissioni parlamentari, prevede tra le altre cose più autonomia per i professionisti, nuovi requisiti per entrare nella professione e una revisione delle responsabilità. “Non si tratta solo di proteggere la categoria”, ha precisato Cuchel, “ma di offrire un servizio migliore alle imprese e ai contribuenti”.

Formazione e riconoscimento: le richieste della categoria

Nel corso dell’intervista, Cuchel ha messo l’accento sull’importanza di investire nella formazione continua e nel riconoscimento del valore sociale dei commercialisti. “Spesso il nostro lavoro non viene capito”, ha ammesso, “eppure siamo un punto di riferimento per migliaia di aziende, soprattutto in un momento di cambiamenti normativi così veloci”.

Secondo il presidente dell’ANC, la riforma dovrebbe prevedere strumenti concreti per sostenere l’aggiornamento professionale e valorizzare l’esperienza sul campo. “Solo così possiamo affrontare le sfide della digitalizzazione e della semplificazione amministrativa”. Una richiesta condivisa anche da molti iscritti, che nelle ultime settimane hanno espresso timori per un possibile aumento della burocrazia.

Le ombre sulla riforma: i rischi per i piccoli professionisti

Non sono mancati i dubbi e le critiche. Cuchel ha segnalato come alcune parti della riforma possano creare nuove disuguaglianze tra i professionisti. “Serve equilibrio”, ha detto con decisione, “non possiamo lasciare indietro nessuno”. In particolare, ha chiesto più chiarezza sui criteri di accesso e sulle regole per l’aggiornamento obbligatorio.

Secondo fonti interne all’associazione, molti temono che le nuove norme favoriscano solo i grandi studi, a scapito dei professionisti più piccoli. Un timore che Cuchel non ha nascosto: “Dobbiamo evitare che la riforma diventi uno strumento che premia solo chi ha più risorse”.

Il confronto con il governo: le prossime mosse

Durante l’intervista, Cuchel ha confermato la volontà di dialogare con il governo e il Parlamento. “Abbiamo già fatto le nostre proposte”, ha ricordato, citando l’incontro del 5 settembre con la Commissione Finanze della Camera. “Aspettiamo risposte concrete entro l’autunno”.

Il presidente ha poi invitato tutti i commercialisti a prendere parte al dibattito: “Solo con il contributo di tutti possiamo costruire un ordinamento moderno e davvero rappresentativo”. Nei prossimi giorni sono attesi nuovi incontri tra l’associazione e i rappresentanti delle istituzioni.

Reazioni e attese: il futuro della categoria

Le parole di Cuchel hanno trovato consenso tra i colleghi. Sui social dell’Associazione Nazionale Commercialisti, molti hanno commentato in tempo reale l’intervento su Tgcom24. “Finalmente qualcuno che ci rappresenta”, si legge in uno dei messaggi sulla pagina Facebook ufficiale.

Ora resta da vedere quali modifiche il Parlamento apporterà alla riforma nelle prossime settimane. Intanto, la categoria attende segnali chiari dal legislatore. Come ha concluso Cuchel in diretta: “Non chiediamo privilegi, ma regole giuste per lavorare meglio”.

Franco Sidoli

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