Intermediario sotto accusa: la cattiva gestione dei risparmiatori svela un grave scandalo

Intermediario sotto accusa: la cattiva gestione dei risparmiatori svela un grave scandalo

Intermediario sotto accusa: la cattiva gestione dei risparmiatori svela un grave scandalo

Sonia Rinaldi

30 Ottobre 2025

Roma, 23 ottobre 2025 – La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28119 depositata ieri, ha acceso i riflettori su un tema caldo per i risparmiatori italiani: la responsabilità degli intermediari finanziari quando gestiscono male i soldi affidati loro, e cosa succede in termini di risarcimento nei confronti dell’autorità di vigilanza. Il caso, discusso nei palazzi di piazza Cavour, riguarda la possibilità per i creditori ammessi al passivo di rivolgersi all’ente di controllo, anche dopo che è scaduto il termine di prescrizione.

Quando l’intermediario sbaglia, la vigilanza non si tira indietro

Al centro della questione c’è un intermediario sotto l’occhio attento della vigilanza pubblica, accusato di aver combinato disastri nella gestione dei fondi di tanti risparmiatori. Da quanto emerge dagli atti, le perdite hanno spinto alcuni a chiedere non solo il risarcimento del danno, ma anche a puntare il dito contro l’autorità di vigilanza. La Cassazione, chiamata a fare chiarezza, ha deciso che la responsabilità dell’intermediario non esclude quella dell’ente di controllo, purché si dimostri una falla nella vigilanza.

Il collegio, guidato dal giudice Giovanni Rossi, ha spiegato chiaramente che “la tutela dei risparmiatori non finisce con l’azione contro l’intermediario”. Si può andare oltre, coinvolgendo l’autorità di controllo se si prova che questa non ha vigilato come doveva. Una decisione che, secondo fonti giudiziarie, potrebbe spingere molti a chiedere risarcimenti simili in futuro.

Prescrizione interrotta: una porta aperta per i risparmiatori

Uno dei nodi più caldi riguarda la prescrizione dell’azione per ottenere il risarcimento. La sentenza fa chiarezza: se i creditori sono ammessi al passivo del fallimento dell’intermediario, questo fatto interrompe anche i termini della prescrizione nei confronti dell’autorità di vigilanza. In parole semplici, chi ha visto riconosciuto il proprio credito può fare causa all’ente pubblico senza paura che sia troppo tardi.

“L’interruzione della prescrizione – si legge nelle motivazioni – vale anche per chi deve rispondere insieme all’intermediario”. Un passaggio che, per l’avvocato Marco Bianchi, esperto in diritto bancario, “dà un vantaggio ai risparmiatori e obbliga le autorità a stare più attente”.

Un campanello d’allarme per risparmiatori e autorità

Questa sentenza arriva in un momento delicato per il mondo finanziario italiano. Negli ultimi anni, casi di cattiva gestione da parte di intermediari hanno causato perdite pesanti a piccoli investitori e famiglie. La pronuncia n. 28119 segna un punto fermo: la responsabilità non si ferma all’intermediario, ma può coinvolgere anche chi avrebbe dovuto controllare.

Le associazioni dei consumatori, come Adusbef e Federconsumatori, accolgono con favore la sentenza, definendola “uno strumento in più per chi ha subito danni da gestioni sbagliate”. Dall’altra parte, fonti vicine alla Banca d’Italia ricordano che “la vigilanza è sempre stata rigorosa”, pur ammettendo che “ogni sentenza della Cassazione richiede attenzione e, se serve, adeguamenti nei processi”.

E adesso? Le reazioni e cosa aspettarsi

Nel mondo legale e finanziario si guarda già alle conseguenze pratiche di questa sentenza. Gli studi legali specializzati prevedono un aumento delle cause contro le autorità di vigilanza, soprattutto quando si può provare una negligenza nei controlli. “Non sarà facile dimostrare la responsabilità dell’ente pubblico”, spiega l’avvocato Bianchi, “ma ora la strada è aperta”.

Per i risparmiatori coinvolti in fallimenti, poter agire anche contro l’autorità rappresenta una novità importante. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, negli ultimi cinque anni sono state più di 2.000 le richieste di risarcimento per cattiva gestione finanziaria. Questa sentenza aggiunge un pezzo importante al quadro legale.

In attesa di sviluppi e di chiarimenti da parte delle autorità, la sentenza n. 28119 della Cassazione segna un passaggio decisivo nella tutela dei risparmiatori italiani. Un tema che, tra reazioni di esperti e associazioni, resta al centro di un dibattito pubblico e istituzionale ancora aperto.

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