Roma, 4 dicembre 2025 – Dal 18 dicembre cambiano le regole in tutta Italia per la dichiarazione di assenza e la morte presunta: i tempi si dimezzano rispetto a prima. La novità riguarda sia i cittadini sia chi lavora nel campo del diritto ed è stata resa ufficiale con la pubblicazione del decreto legislativo n. 149/2022, aggiornato dall’ultimo intervento normativo nell’ambito della riforma della giustizia civile. Lo scopo è chiaro: velocizzare e rendere più sicure le procedure quando una persona scompare.
Tempi dimezzati per assenza e morte presunta
Da metà dicembre, i termini per la dichiarazione di assenza passano da due anni a uno solo; quelli per la morte presunta scendono da dieci a cinque anni. Può sembrare un dettaglio tecnico, ma impatterà profondamente sulle vite delle famiglie coinvolte. Nei casi in cui una persona sparisce senza lasciare tracce per un lungo periodo, solo dopo l’attesa stabilita dalla legge il Tribunale può accogliere la richiesta dei parenti o di altri soggetti interessati.
Fino ad oggi, le famiglie dovevano aspettare almeno due anni prima di poter chiedere l’assenza, una specie di “pausa” legale. Poi si dovevano attendere dieci anni dall’ultima notizia certa per arrivare alla dichiarazione di morte presunta. Ora i tempi si riducono della metà. “È un passo che dà risposte più rapide e concrete alle esigenze di chi resta,” ha commentato Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense.
Cosa cambia davvero per famiglie e procedure
Non sono solo gli addetti ai lavori a essere interessati: le nuove norme avranno effetti concreti su successioni ereditarie, gestione dei beni e rapporti patrimoniali. Il dimezzamento dei tempi dovrebbe abbreviare l’incertezza che spesso pesa sulle spalle dei familiari degli scomparsi. “Ogni giorno di attesa pesa molto,” racconta Paola Ferretti, avvocata milanese specializzata in diritto di famiglia. “Questa riforma aiuta ad alleviare un po’ quel peso”.
Da ora in poi, i giudici potranno dichiarare assente qualcuno già dopo dodici mesi senza notizie; analogamente, si potrà chiedere la morte presunta dopo cinque anni, sempre che non emerga nulla nel frattempo. Le richieste dovranno essere presentate al tribunale dell’ultimo domicilio noto, seguendo le procedure già in vigore.
Le regole sul quando e come
Le nuove norme valgono solo per i casi futuri: non cambiano nulla su quelli già aperti prima del 18 dicembre. Chi ha già fatto domanda dovrà rispettare i vecchi termini. La riduzione riguarda sia le situazioni “normali” sia quelle particolari: in casi come calamità naturali o incidenti collettivi, i termini per la morte presunta possono essere ulteriormente accorciati, a seconda delle circostanze e delle decisioni del giudice.
Nei prossimi giorni il Ministero della Giustizia pubblicherà una circolare per chiarire dubbi a operatori e cittadini. Gli uffici ministeriali sottolineano che queste modifiche renderanno le procedure “più snelle e in linea con i tempi moderni”, anche grazie alle tecnologie che permettono controlli più rapidi sulla presenza o meno di una persona.
Le reazioni dal territorio e cosa aspettarsi
La riforma era molto attesa dagli addetti ai lavori. Diverse associazioni – come Penelope Italia, che supporta i familiari delle persone scomparse – hanno accolto con favore la novità: “I tempi erano troppo lunghi,” ci dice Loredana Manni, referente dell’associazione. “Adesso si può sperare in risposte meno pesanti per chi resta”.
Va ricordato che la dichiarazione di assenza non fa perdere automaticamente i diritti alla persona scomparsa; permette però ai familiari di amministrarne i beni e gestire gli affari urgenti. Solo con la morte presunta si avvia davvero la successione ereditaria. “La certezza giuridica – spiega il giudice Lorenzo Baraldi del tribunale di Torino – è fondamentale per ristabilire equilibrio familiare e patrimoniale dopo una sparizione”.
Ora nei tribunali si attende di vedere come funzionerà davvero questa riforma sul campo, mentre studi notarili e avvocati stanno aggiornando documenti e prassi operative. Presto sarà possibile capire l’impatto su casi concreti: dalle successioni bloccate agli immobili rimasti inutilizzati perché incastrati in procedure lunghe.
Non è solo un cambio formale: chi ha vissuto il dolore della sparizione sa bene quanto conti anche solo un anno in meno d’attesa – nella speranza di una risposta che spesso tarda o non arriva mai.
