Roma, 3 dicembre 2025 – Dal prossimo 13 agosto, oltre due milioni di professionisti italiani dovranno sottoscrivere una polizza di responsabilità civile professionale. È una misura che riguarda gli iscritti agli ordini professionali — dagli avvocati ai commercialisti, dagli ingegneri agli architetti — e che punta a mettere al sicuro sia i clienti sia i professionisti in caso di errori o negligenze. La decisione è stata presa mesi fa, ma solo ora, con la scadenza alle porte, il settore si sta muovendo per mettersi in regola.
Il decreto legge, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, stabilisce che dal 13 agosto la copertura assicurativa diventa obbligatoria per poter esercitare la professione. Chi non si adeguerà rischia sanzioni disciplinari e amministrative. La novità riguarda commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, ingegneri e medici, coinvolgendo chi lavora da solo o in studi associati.
“La categoria dei commercialisti è già abbastanza pronta: la maggior parte si è mossa in anticipo”, spiega Massimo Miani, ex presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Secondo lui, la disciplina della materia e la forte cultura civica propria del gruppo hanno facilitato l’adozione della polizza soprattutto tra i professionisti più strutturati.
Un dato chiaro emerge: oltre l’80% dei commercialisti aveva già attivato una polizza specifica ben prima della scadenza, secondo il Consiglio Nazionale dei Commercialisti. Percentuali simili arrivano anche dagli avvocati, secondo il Consiglio Nazionale Forense. Alcuni ordini hanno stretto accordi con grandi compagnie come Generali o Unipol per offrire condizioni migliori ai propri iscritti.
“Chi lavora a contatto con i clienti conosce bene il rischio di un errore tecnico. Siamo d’accordo sull’obbligo, purché le polizze siano chiare e trasparenti”, racconta Antonio Gallo, avvocato civilista romano, raggiunto nel suo studio ai Prati. “Quello che manca però è una vera cultura della prevenzione nei settori meno organizzati”.
Non tutti però sono già in regola. Il nodo più grosso riguarda i giovani sotto i 35 anni e chi lavora in piccoli centri dove il rischio sembra meno percepito e i costi delle coperture pesano di più.
Il ministero della Giustizia ha spiegato chiaramente l’obiettivo della norma: “Vogliamo garantire più tutela agli utenti che si affidano a un professionista”, dice una nota ufficiale. In caso di danno, il cliente potrà contare su un risarcimento certo senza dover aspettare cause civili lunghe e spesso incerte.
Restano però alcune criticità. Il primo problema riguarda le differenze tra le coperture offerte dalle compagnie: massimali diversi, esclusioni nelle garanzie e franchigie spesso troppo alte. “Il mercato assicurativo non è ancora del tutto allineato”, fa notare Giuseppe Basile, responsabile di un’associazione per giovani architetti. “Le offerte spesso non sono molto chiare. Serve attenzione”.
Un altro tema aperto riguarda la copertura retroattiva: alcuni rischi si riferiscono ad errori fatti anche anni fa. “Serve chiarezza sui limiti temporali”, sottolinea Claudia Ricci, consulente del lavoro a Bologna.
I costi delle polizze di responsabilità civile professionale variano molto: partono da circa 200 euro all’anno per un giovane commercialista fino a superare i 2.000 euro per studi associati o settori con maggior rischio come la sanità o l’ingegneria civile. Alcune compagnie offrono pacchetti agevolati per neo-iscritti o per chi dimostra di non aver avuto sinistri.
Gli ordini chiedono ancora regole più chiare. “Abbiamo richiesto un vademecum nazionale unico, ma ancora non c’è nulla”, ricorda un portavoce dei consulenti del lavoro di Milano.
Intanto proseguono gli incontri informativi in tutta Italia. A Firenze, ad esempio, martedì scorso alle 17 nella sede dell’Ordine degli Architetti si è svolto un seminario con consulenti assicurativi e legali: sala piena e tante domande concrete su sinistri frequenti e procedure da seguire.
L’introduzione dell’obbligo della polizza segna un passo importante verso una più diffusa cultura della prevenzione nelle professioni italiane. Non mancano resistenze e difficoltà pratiche – soprattutto fuori dai grandi centri –, ma ormai il cambiamento è irreversibile.
“Chi lavora con serietà non deve avere paura dell’assicurazione: è una tutela reciproca”, conclude Miani. “Solo così il sistema diventerà davvero maturo”. Il conto alla rovescia è partito: tra meno di tre mesi questa nuova regola sarà realtà per milioni di professionisti italiani.
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