Lavoro

Pensioni, cosa ci attende davvero

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Giuseppe F.

Nessuno riesce davvero a prevedere cosa succederà in futuro agli importi delle pensioni e alle garanzie sui tempi di uscita dal lavoro.

I lavoratori italiani sono certi di una sola cosa: dell’incertezza. Sanno che il sistema previdenziale è in affanno e alla ricerca costante di strategie per poter resistere a una situazione che appare insostenibile per le casse dello Stato e deprimente per i cittadini. Oggi, l’età pensionabile legale è di 67 anni. Secondo vari studi, i giovani che sono entrati da meno di quindici anni nel mondo del lavoro andranno in pensione oltre i 71 anni.

Pensioni: cosa succederà davvero nei prossimi anni – lamiapartitaiva.it

Non c’è dunque certezza rispetto all’età pensionabile e si è davvero preoccupati anche per quelli che potrebbero essere gli importi delle pensioni. E già si sa che a partire dal 2032 tutti i nuovi pensionati riceveranno pensioni basate sul sistema contributivo puro. Cioè prenderanno solo ciò che hanno versato negli anni di lavoro.

Gli analisti, studiando la situazione attuale, affermano che ci sono soltanto tre strade attraverso cui l’INPS potrebbe davvero garantire pensioni a tutti nel futuro. L’assunto di base è che il sistema previdenziale italiano, per com’è strutturato, è insostenibile, e l’INPS sa che presto arriverà il momento per i tagli.

Tutte e tre le vie che potrebbero garantire la pensione a tutti comportano tagli degli importi. La prima strada prevede l’aumento delle tasse e delle quote partecipative ai contributi: quindi prelievi più alti per i contributi e buste paga più ridotte. Lo scenario potrebbe però implicare un ulteriore aumento del cuneo fiscale, appesantendo il costo del lavoro.

Pensioni: ecco cosa potrebbe davvero succedere negli anni a venire

L’INPS valuta anche la possibilità di ampliare la base contributiva attraverso l’aumento dell’età pensionabile. In questo modo si rischierebbe di aumentare il requisito anagrafico oltre la soglia già evocata dei 71 anni. Tenendo i lavoratori bloccati fino a un’età così veneranda, l’INPS spera di poter incassare di più a livello di contributi e di spendere meno in termini di pensioni.

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L’altra strada implica la riduzione dell’ammontare delle pensioni erogate. E non sarebbe una novità. Dato che con il passaggio dal sistema retributivo al contributivo misto, l’importo delle pensioni si è già ridotto. Ma l’obiettivo dell’INPS potrebbe essere quello di abbassare tutte le pensioni indistintamente, a partire dalla minima.

La soluzione? Non c’è. Ognuno dovrebbe pensare per sé e cominciare a preoccuparsi della contribuzione volontaria o integrativa, vista come unica possibilità per potersi garantire un minimo di introiti nell’età più tarda, e dunque delicata, della vita.

Giuseppe F.

Redattore di lungo corso e conseguentemente miope. Mi intriga ciò che vola molto alto e quello che rasenta il livello più basso. Talvolta ammiro pure ciò che ci fluttua in mezzo. I miei interessi spaziano così dalla filosofia ai b-movie, dalla storia antica al più becero gossip.

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