Grande opportunità di risparmio per molti italiani: così hai un’ottima alternativa per la pensione, vale la pena saperlo!
Si sente spesso parlare di pensioni e della grave situazione in cui migliaia di lavoratori rischiano di trovarsi una volta terminati gli anni di occupazione. Sono moltissimi gli italiani che ad oggi non sanno come sarà il loro futuro da pensionati riguardo al sussidio e le previsioni sono tutt’altro che rosee. In una situazione del genere, un’allettante prospettiva è sicuramente quella di crearsi un fondo pensionistico in modo da poter essere più sereni da questo punto di vista.
Intraprendere tale percorso, per sé o per i propri figli, può davvero essere la chiave di svolta. Le somme versate nel fondo pensione o in un Piano individuale pensionistico (Pip) possono essere dedotte nella dichiarazione dei redditi annuale fino a 5.164 euro. Ovviamente, ciò che si riesce a risparmiare a livello fiscale dipende dall’entità del proprio reddito.
Basta solamente indicare nella dichiarazione l’importo nell’apposito riquadro, senza ulteriori segnalazioni. Se si ha un regime fiscale dichiarativo, per altri investimenti è necessario procedere ad alcuni adempimenti, mentre se si sceglie il regime del risparmio amministrato sarà l’intermediario, cioè la banca, ad occuparsi di tutta la documentazione.
Sia nel regime dichiarativo che in quello amministrato, non c’è l’obbligo di dichiarare la somma risparmiata nella dichiarazione dei redditi. L’investitore riceverà direttamente sul conto corrente la quota del capitale ridotto anche in base alla tassazione. Per quanto riguarda quest’ultima, bisogna precisare che sui i guadagni ottenuti con fondi comuni e Sicav essa ha un’aliquota del 26%. Questa però viene applicata solo quando si vende la quota del fondo o della Sicav.
Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, per i fondi comuni e Sicav italiani o di altri Paesi dell’Unione Europea, dai guadagni viene tolta la parte investita in titoli di Stato su cui si applica la ritenuta del 12,5% e anche la parte riguardante altre attività finanziarie su cui è prevista la tassazione del 26%.
A prescindere dalle diverse aliquote fiscali, sia per il regime amministrato che per i titoli di Stato, esse vengono applicate sui profitti della vendita. Se si tratta di perdite, invece, si hanno 4 anni di tempo per recuperare il credito fiscale e riequilibrare le plusvalenze qualora ce ne fossero.
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