Roma, 14 dicembre 2025 – Il tema delle proroghe legislative torna a tenere banco in Parlamento proprio negli ultimi giorni dell’anno. Il legislatore ha già previsto, all’interno di vari provvedimenti, le estensioni necessarie per ciascun anno, come confermato da fonti della Camera ieri sera. Non è un caso: spesso queste scadenze slittano per dare respiro alle amministrazioni chiamate ad adeguarsi alle nuove regole, o per lasciare a cittadini e imprese più tempo per mettersi in regola.
Proroghe annuali, un mosaico già definito
In Parlamento il lavoro è stato silenzioso ma costante nelle ultime settimane. Gli uffici legislativi hanno inserito proroghe specifiche per ogni anno, così da evitare l’emergenza dell’ultimo momento. “Abbiamo scelto di fissare le scadenze con largo anticipo – spiega un funzionario della Commissione Bilancio – per dare certezza a chi deve muoversi e tagliare corto con il solito caos di fine anno”.
Tra le norme rimandate ci sono quelle fiscali e ambientali. Per gli enti locali si parla, ad esempio, di proroga per i bilanci consolidati fino al 31 marzo 2026; una data che riguarda centinaia di Comuni da nord a sud. Un dettaglio importante: sindaci e revisori raccontano che senza questi margini extra la macchina pubblica rischierebbe davvero di incepparsi.
I settori coinvolti e i motivi delle proroghe
Imprese e famiglie aspettano con un certo nervosismo le notizie sulle proroghe annuali. Quest’anno sono tanti i campi interessati: dal fisco ai bonus edilizi, dalla scuola alla sanità. Non si tratta solo di rinvii tecnici; dietro ci sta la volontà di evitare buchi nelle norme e garantire la continuità dei servizi.
“Ogni anno dobbiamo gestire almeno una decina di proroghe legate al personale o alla rendicontazione dei fondi PNRR”, racconta Sara Brunetti, dirigente amministrativa dell’ospedale San Camillo di Roma. Anche nel settore dell’edilizia si respira attesa: le imprese tengono d’occhio i tempi delle proroghe sul Superbonus e sugli altri incentivi, preoccupate da possibili stop improvvisi nei cantieri.
Dal Milleproroghe alla gestione ordinaria
La parola Milleproroghe è ormai familiare nel linguaggio parlamentare. Ogni anno, come un rito, questo decreto raccoglie una serie di rinvii normativi. Ma nel 2025 qualcosa sembra essere cambiato: gran parte delle proroghe specifiche è già stata inserita nei provvedimenti principali (finanziaria, legge di bilancio e decreti collegati), anticipando così le esigenze dei vari settori.
Un passo avanti importante. “La programmazione normativa sta funzionando meglio – confida un deputato della maggioranza – evitiamo così di correre all’ultimo minuto”. Già prorogati gli incentivi per l’assunzione di giovani under 35 fino al 31 dicembre 2026 e gli sgravi contributivi per il personale sanitario impegnato nell’emergenza.
Resta l’incognita delle norme minori
Non tutto però è stato definito. Se le grandi proroghe sono dentro ai testi principali, alcune questioni più piccole restano aperte. Deroghe o regole transitorie su temi come lo sport dilettantistico o la digitalizzazione degli uffici anagrafici rischiano ancora di finire nel Milleproroghe “di riserva”. In questi casi – spiegano chi segue i lavori in aula – si preferisce aspettare l’ultimo momento utile per raccogliere le richieste degli enti locali.
“Ogni anno c’è qualche sorpresa”, ammette Paolo Martini, segretario comunale a Viterbo, ricordando come spesso si debba correre contro il tempo per stare al passo con le ultime modifiche.
La reazione delle categorie interessate
Sul territorio la notizia della programmazione anticipata delle proroghe viene accolta con un cauto sospiro di sollievo. Le associazioni di categoria – dall’ANCI ai sindacati della pubblica amministrazione – sottolineano quanto sia fondamentale avere regole stabili. “Non chiediamo favori ma chiarezza”, ribadisce Elena Brambilla, presidente ANCI Lombardia. Tra sindaci e amministratori cresce la speranza che questo nuovo metodo diventi la norma e non un’eccezione.
Per ora quindi il quadro delle proroghe annuali appare già tracciato nelle sue linee principali. Manca qualche dettaglio qua e là ma la stagione dei rinvii dell’ultimo minuto potrebbe finalmente lasciar spazio a una gestione più ordinata. Toccherà ai prossimi giorni tra fine dicembre e gennaio dire se davvero qualcosa è cambiato sul serio.
