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Rateizzazione Imposte 2025: ANC Rinnova l’Appello al Governo Prima della Scadenza IRPEF del 30 Novembre

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Luca Ippolito

Roma, 25 novembre 2025 – Questa mattina l’**Associazione Nazionale Commercialisti** ha lanciato un nuovo appello al **governo**, chiedendo di confermare anche per il 2025 la possibilità di **rateizzare le imposte**. La richiesta arriva a pochi giorni dalla scadenza del secondo acconto **IRPEF**, fissata al **30 novembre**. Un momento delicato, che come spiegano i commercialisti, rischia di mettere in difficoltà tanti professionisti e piccole imprese, alle prese con flussi di cassa incerti e un carico fiscale sempre più pesante.

## Rateizzazione delle imposte: l’appello degli esperti

Il presidente dell’ANC, Marco Cuchel, non ha usato mezzi termini: “La **rateizzazione delle imposte** – introdotta nel 2023 e prorogata lo scorso anno – è uno strumento concreto per dare respiro a partite IVA e imprese”. Secondo l’associazione, questa misura va estesa anche ai pagamenti previsti per quest’anno. Cuchel ha sottolineato: “Se si toglie la possibilità di pagare a rate, molti contribuenti rischiano problemi finanziari seri e difficoltà sul piano operativo”.

Le stime parlano chiaro: circa **3,2 milioni** di persone potrebbero beneficiare della misura nel 2024, tra lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e liberi professionisti. Sono numeri che mostrano l’impatto reale della richiesta. Negli ultimi giorni tanti clienti hanno bussato agli studi per chiarimenti. “Non si tratta di chiedere sconti – spiegano dall’ANC – ma solo una gestione più flessibile dei pagamenti fiscali”.

## Scadenza del 30 novembre: un nodo da sciogliere

Negli studi di via Cola di Rienzo, uno dei centri storici dei commercialisti romani, il clima è teso da giorni. Il telefono squilla senza sosta, i clienti vogliono certezze: “È una corsa contro il tempo – racconta la dottoressa Marta Lamberti, consulente fiscale – molti cercano risposte su possibili aperture da parte del governo”. Per ora però nessuna decisione ufficiale è arrivata dal **Ministero dell’Economia**.

Così la scadenza resta ferma al 30 novembre. Salvo sorprese last minute, i contribuenti dovranno versare il secondo acconto IRPEF seguendo le regole ordinarie. Una fatica non da poco per tante piccole realtà. “Non tutti hanno soldi pronti a fine anno – confessa un ristoratore di Testaccio – lo Stato dovrebbe almeno permettere la rateizzazione”.

## Precedenti e motivazioni della richiesta

Nel 2023 il governo aveva accolto le richieste delle associazioni introducendo la possibilità di dilazionare gli acconti IRPEF e IRES. Anche nel 2024 la misura era stata confermata e aveva trovato buon consenso tra i contribuenti interessati. “Si era creato un equilibrio più sostenibile – ricorda Cuchel – per chi lavora in proprio o gestisce una piccola azienda”.

Il problema però non riguarda solo l’attualità economica. Come spiegano dall’ANC, “negli ultimi anni il sistema fiscale è diventato sempre più complicato”. Tra inflazione alta, oscillazioni del PIL e costi energetici che cambiano continuamente, molte imprese rischiano di accumulare debiti o ritardi con il fisco.

## Governo sotto pressione: cosa succede adesso?

A Montecitorio il tema è noto ma nessun provvedimento specifico sulla rateizzazione delle imposte per il 2025 è ancora all’ordine del giorno. Da Palazzo Chigi arrivano segnali vaghi: “Stiamo valutando tutte le richieste”, dicono fonti del Ministero. Ma per l’ANC il tempo stringe: servono risposte entro pochi giorni per evitare un clima di incertezza che pesa su professionisti e aziende.

C’è poi chi sottolinea una disparità importante: “I lavoratori dipendenti hanno trattenute mensili – spiega Lamberti – mentre gli autonomi devono pagare grandi cifre tutte insieme”. Una situazione che può mettere ancora più in difficoltà i piccoli operatori rispetto alle realtà più strutturate.

## Attesa febbrile negli studi

Mancano pochi giorni al 30 novembre e negli studi regna un’attesa nervosa. Tra moduli F24 e bilanci provvisori si aspetta soprattutto un segnale dal governo. I commercialisti insistono: “Non chiediamo favori”, ripetono dall’ANC, “ma strumenti per gestire meglio gli obblighi fiscali senza schiacciare le imprese”.

La partita sulla **rateizzazione delle imposte** è ancora aperta. Le prossime ore saranno decisive per capire se verrà accolto l’appello dei professionisti o se si andrà avanti come previsto dalle norme attuali.

Luca Ippolito

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