Roma, 19 dicembre 2025 – La Corte di Cassazione, con una sentenza arrivata ieri mattina, ha stabilito che quando si verificano eventi straordinari durante l’anno fiscale è necessario suddividere il periodo d’imposta anche per il calcolo dell’IRES. La decisione, molto attesa dagli addetti ai lavori, chiude una lunga disputa iniziata nel 2022 tra una società romana e l’Agenzia delle Entrate.
Cassazione: periodi d’imposta separati per l’IRES in caso di eventi straordinari
Il punto cruciale riguarda come si deve calcolare l’IRES, cioè l’Imposta sul Reddito delle Società, quando una società attraversa operazioni come fusioni, scissioni o liquidazioni. La Corte ha ribadito che in queste situazioni il periodo d’imposta va diviso in più parti, trattate come singoli periodi fiscali.
Nel dettaglio, nelle motivazioni pubblicate poco dopo le 11:30 si legge che «la logica della norma fiscale richiede di separare i periodi prima e dopo l’evento straordinario». Questo principio vale anche per l’IRES, non solo per altre imposte.
L’Agenzia delle Entrate, difesa dall’avvocato Carlo Fedeli, sosteneva un’opinione diversa: secondo l’ente sarebbe bastato considerare tutto il periodo d’imposta nel suo complesso, senza divisioni. Ma la Suprema Corte ha scelto un’interpretazione più rigida.
Cosa cambia per le aziende
La sentenza avrà effetti immediati su molte imprese italiane, soprattutto quelle che stanno riorganizzando la loro struttura societaria.
Ieri pomeriggio commercialisti e fiscalisti si sono riuniti nella sede dell’Ordine in via Flaminia per fare il punto. Michele Bianchi, consulente tributario, ha spiegato: «Bisognerà fare molta più attenzione nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi societari. Ogni frazione del periodo dovrà essere dichiarata separatamente. Questo cambia anche la pianificazione fiscale e i documenti da preparare».
Secondo l’Associazione Nazionale Dottori Commercialisti ogni anno in Italia si registrano circa 1.500 operazioni straordinarie solo tra le medie imprese. Ora tutte dovranno adattarsi a questo nuovo modo di calcolare l’IRES.
Scontro giuridico e interpretazioni diverse
Il tema della divisione del periodo d’imposta non è nuovo. Negli ultimi anni ci sono state circolari e pareri contrastanti tra esperti e amministrazione fiscale.
Per il professor Giuliano Locatelli, docente alla Sapienza di Roma, la sentenza «riprende un orientamento già emerso nella prassi europea» e porta la normativa italiana più vicina a quanto fatto all’estero.
Il Ministero dell’Economia non ha voluto entrare nei dettagli. In una nota breve diffusa nel primo pomeriggio si limita a ricordare che «ogni norma sarà applicata con coerenza e attenzione all’interesse pubblico». Per ora non sono previste nuove circolari esplicative.
Procedure da rivedere e possibili contestazioni
Dopo questa sentenza destinata a fare scuola, gli studi professionali dovranno aggiornare le loro procedure.
Fonti interne all’Agenzia delle Entrate hanno ammesso ieri sera che «potrebbero arrivare contestazioni sulle dichiarazioni già presentate negli ultimi anni», soprattutto se sono state oggetto di verifiche o controlli.
In più, come sottolinea Bianchi, la divisione puntuale del periodo d’imposta richiederà «controlli più rigorosi dei dati contabili», per evitare errori nelle dichiarazioni dell’IRES.
Anche le software house specializzate stanno aggiornando i programmi gestionali per adeguarli alla nuova situazione. Gli esperti avvertono: nei prossimi mesi i contenziosi potrebbero aumentare.
Cosa succederà ora?
Le prime informazioni dalle associazioni di categoria parlano di uffici fiscali al lavoro per valutare la sentenza e capire se saranno necessarie comunicazioni agli operatori.
«Serve chiarezza», dice Locatelli. «Molti professionisti devono gestire casi complicati e rischiano sanzioni senza volerlo».
Solo nelle prossime settimane sapremo se il Ministero emetterà nuove istruzioni o chiarimenti ufficiali sull’applicazione della scomposizione del periodo d’imposta ai fini IRES. Nel frattempo la parola d’ordine per aziende e consulenti è prudenza.
