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Rendicontazione di sostenibilità: nuove regole UE tra obblighi ridotti e linee guida volontarie

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Franco Sidoli

Bruxelles, 26 novembre 2025 – Il **Parlamento europeo** ha dato il via libera oggi, durante la plenaria a Strasburgo, a un pacchetto di misure che punta a ridurre il numero degli **obbligati**, semplificare le procedure e introdurre **orientamenti settoriali volontari**. L’obiettivo, spiegano fonti parlamentari, è alleggerire la pressione regolatoria su imprese e soggetti coinvolti, senza però rinunciare agli standard di trasparenza e sostenibilità che l’UE si è impegnata a mantenere negli ultimi anni.

## **Taglio degli obbligati: chi ci guadagna davvero**

Al centro della riforma c’è la riduzione del numero di soggetti tenuti a rispettare determinate regole europee. Una richiesta arrivata dal mondo produttivo, come ha sottolineato il relatore del testo, l’eurodeputato tedesco Sven Giegold. “Vogliamo rendere il sistema più equo e proporzionato alle dimensioni e alle possibilità reali delle aziende”, ha detto.

In pratica, si ridefiniscono le soglie che stabiliscono chi deve seguire le norme europee soprattutto su temi come **sostenibilità ambientale**, **rendicontazione finanziaria** e tracciabilità della filiera. Giegold ha spiegato stamattina alle 10.15 che saranno escluse le piccole realtà: quelle con meno di cinquanta dipendenti o fatturati molto bassi.

Secondo una stima preliminare, tra le 12mila e le 15mila imprese in tutta Europa potrebbero essere esonerate dai nuovi obblighi. La presidente della commissione Affari economici del Parlamento, Irene Tinagli, ha confermato: “Le imprese chiedevano chiarezza e semplificazione; ora hanno una strada più accessibile”.

## **Procedure più snelle per le aziende**

Non solo meno obbligati, ma anche procedure più facili. Il pacchetto prevede tempi ridotti per presentare alcuni documenti obbligatori e l’uso di piattaforme digitali uniche dal prossimo anno. Questo servirà ad evitare duplicazioni inutili e rendere i controlli più rapidi.

Ci sarà anche una nuova possibilità di “autocertificazione” per casi meno complessi. Secondo gli esperti della Direzione generale Mercato interno della Commissione europea, questa misura aiuterà a “snellire i costi per le aziende e permettere alle autorità di concentrarsi sui casi più importanti”. L’idea nasce da un confronto con oltre cinquemila imprese europee tra ottobre 2024 e marzo 2025.

Alla conferenza stampa delle 13, associazioni come Confindustria e BusinessEurope hanno definito questi cambiamenti “un passo avanti”. Qualcuno però ha chiesto “più chiarezza su come saranno applicati i criteri nei singoli Paesi”.

## **Linee guida volontarie per alcuni settori**

Un’altra novità riguarda la possibilità per certi settori di adottare **orientamenti settoriali volontari**: linee guida non vincolanti che permettono ad aziende grandi o associazioni di settore di fissare standard extra su tracciabilità o sostenibilità senza obbligare tutti a seguirli.

La Commissione europea spiega che questa scelta offre “più flessibilità ai settori innovativi” e consente ai Paesi membri di rispondere meglio alle esigenze locali. Le linee guida dovranno nascere da un’intesa tra parti sociali e essere comunicate alla Commissione entro sei mesi dalla pubblicazione dei nuovi regolamenti.

Tra i comparti già al lavoro su queste opzioni ci sono tessile, automotive e agroalimentare. Durante la seduta odierna, gli eurodeputati italiani Simona Bonafè (PD) e Massimiliano Salini (FI) hanno sottolineato quanto sia importante avere strumenti flessibili per realtà molto diverse tra loro.

## **Cosa succede ora? Le reazioni dal mondo economico**

Il percorso non è finito qui: il testo passerà ora all’esame del Consiglio UE, dove i governi dei Ventisette dovranno esprimersi entro febbraio 2026. Solo dopo partirà l’applicazione delle norme nei singoli Paesi. Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, assicura che “il dialogo con industrie e Stati membri continuerà fino alla versione finale”.

Da Roma arriva il commento di Emanuela Orsini, presidente di Confindustria: “Serve continuità nelle semplificazioni perché la competitività delle nostre imprese passa anche dalla riduzione della burocrazia”. Parole condivise da sindacati come la UIL: Pierpaolo Bombardieri ha detto in mattinata che “ai lavoratori servono regole chiare ma anche snelle”.

Il voto odierno rappresenta dunque un passaggio cruciale verso norme meno pesanti per le aziende. Resta però da vedere come saranno messe in pratica nei vari Paesi: gli esperti chiedono un monitoraggio attento già dai primi mesi del 2026.

Franco Sidoli

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