Residenza fiscale per lavoratori e professionisti: cambia tutto anche per chi è in smart working

Come cambiano le tasse a carico di lavoratori e imprese in materia di residenza fiscale? Scopriamo insieme le novità attualmente in vigore.

A partire dallo scorso primo di Gennaio è entrata in vigore la nuova Riforma Fiscale ed il decreto numero 209 del 2023 ha introdotto novità significative in tema di residenza fiscale, che riguardano sia le persone fisiche sia le persone giuridiche, in seno alle norme sulla fiscalità internazionale alle quali lavoratori ed imprese sono chiamati e tenuti ad attenersi.

residenza fiscale in smart working
La nuova Riforma Fiscale è entrata in vigore a partire dallo scorso primo di Gennaio – LaMiaPartitaIVA.it

In quanto alla definizione della residenza fiscale, è l’articolo numero 1 del decreto che disciplina la materia: la novità più importante riguarda la considerazione della presenza fisica presso il territorio dello Stato ove la persona fisica sia domiciliato. In altre parole, ai fini fiscali il domicilio è il luogo presso cui il lavoratore mantiene principalmente le proprie relazioni personali e famigliari, per almeno 183 giorni all’anno anche frazionati, o 184 in anni bisestili.

Tuttavia, a prescindere dalla propria residenza anagrafica, il contribuente potrà fornire anche la cosiddetta “prova contraria” relativamente al proprio domicilio: si tratta appunto della “presunzione relativa” che, a differenza della presunzione assoluta che deriva dall’iscrizione ai registri anagrafici della popolazione residente, può dimostrare che il lavoratore trascorre la maggior parte dell’anno domiciliato presso un altro territorio.

Persone giuridiche e smart working: gli effetti della Riforma

In quanto alla residenza fiscale delle persone giuridiche, in base all’articolo 2 del decreto l’elemento di valutazione preponderante è la gestione ordinaria dell’attività: il luogo ove questa venga effettuata in forma continuativa e coordinata, coincide con quello di residenza fiscale. Anche in termini di sede amministrativa, che risulta quella in cui avvengono in via preponderante la direzione effettiva e la gestione ordinaria delle attività aziendali.

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È il decreto numero 209 del 2023 che disciplina la materia della residenza fiscale – LaMiaPartitaIVA.it

Quali sono dunque le conseguenze principali per, ad esempio, i lavoratori impiegati in modalità smart working per imprese estere? Ebbene, anche se la persona fisica lavora per un’azienda estera ma vive in Italia, ecco che dovrà pagare le tasse relative al proprio reddito nello Stivale, essendo questo il luogo in cui dimora almeno in prevalenza lungo l’intero periodo di imposta.

Le caratteristiche fiscali del lavoro da remoto per i contribuenti italiani o comunque residenti in Italia sono state chiarite anche dall’Agenzia delle Entrate attraverso la circolare numero 25/E pubblicata il 18 Agosto dello scorso anno. La circolare è disponibile sul sito web istituzionale dell’Agenzia ed è consigliabile consultarla in caso di necessità di approfondimento del tema.

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